mr.si
00venerdì 4 maggio 2007 08:47
Quelle foglie sulla panchina raccontano il colore violaceo
di ogni tua mossa sul neon delle stelle, il giro di guance
posate lungo l’orizzonte a randellare le rughe di un volo
adottato nella mente senza consenso. Poi giù con il naso
ad inseguire la povere di una neve solitaria, la ragazza
dalle tasche larghe dove il sapone spezza la centrifuga
di una mano rassegnata sulle toppe. È nello scorrere
il ritrovarsi compatti, l’aggressione ai margini, il fluire
costanti nella pienezza di un atomo dove la luna
diviene bretella da portare sotto l’emisfero di un bacio
- la voce manca di silenzio, gorgoglio dell’infinito.
Nei vestiti guarderò la muffa sull’orlo di una manica
l’inutilità delle lucciole d’estate a portare chiarore
dove l’erba nera straccia poche righe di verde.
Maggiofrancese
00venerdì 4 maggio 2007 15:58
Emozionante e suggestiva.
"Quelle foglie sulla panchina raccontano il colore violaceo
di ogni tua mossa sul neon delle stelle, il giro di guance
posate lungo l’orizzonte a randellare le rughe di un volo
adottato nella mente senza consenso. Poi giù con il naso
ad inseguire la povere di una neve solitaria, la ragazza
dalle tasche larghe dove il sapone spezza la centrifuga
di una mano rassegnata sulle toppe."
Soprattutto la prima parte.