fernando pessoa

florinda49
00domenica 23 dicembre 2007 16:45
Vieni a sederti con me, Lidia, in riva al fiume






Vieni a sederti con me, Lidia, in riva al fiume.
Quietamente fissiamo il suo corso e apprendiamo
che la vita passa, e noi non ci siamo presi per mano.
(Prendiamoci per mano).


Poi pensiamo, bambini adulti, che la vita
passa e non resta, nulla lascia e mai ritorna,
se ne va a un mare molto lontano, vicino al Fato,
più lontano degli dei.


Lasciamoci la mano, perché non vale la pena stancarsi.
Sia che godiamo o non godiamo, passiamo come un fiume.
Meglio saper passare silenziosamente
e senza grandi inquietudini.


Senza amori, né odio, né passioni che alzano la voce,
né invidia che fa muovere troppo gli occhi,
né pensieri, ché se ne avesse il fiume sempre correrebbe,
e sempre sfocerebbe in mare.


Amiamoci tranquillamente, pensando che potevamo,
se avessimo voluto, scambiarci baci e abbracci e carezze,
ma che vale di più starcene seduti uno accanto all'altro
ad ascoltare il fiume e a vederlo correre.


Raccogliamo fiori, prendili tu e lasciateli
sul collo, e che il loro profumo addolcisca il momento -
questo momento in cui quietamente non crediamo in nulla,
pagani innocenti della decadenza.


Almeno, se sarò ombra per primo, ti ricorderai di me dopo
senza che il mio ricordo ti bruci o ti ferisca o ti scuota,
perché mai ci prendemmo per mano, né ci baciammo
né fummo più di bambini.


E se per prima pagherai l'obolo al barcaiolo ombroso,
io non avrò nulla di che soffrire al ricordarmi di te.
Mi sarà dolce alla memoria ricordarti così - in riva al fiume,
pagana triste con fiori in grembo.
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