Una nota di Maria Grazia Calandrone

f.almerighi
00giovedì 22 maggio 2008 13:13
Ad alimentare il dibattito su poesia e scrittura, riproduco qui sotto una nota della poetessa Maria Grazia Calandrone, che invito tutti a leggere. Un caro saluto.

Credo che la scrittura debba argomentare per se stessa eccedendo e scavalcando il pensiero e l’occasione contingente. Credo che con più passi ci si allontana da sé migliore è la propria scrittura. Natura insegna che il viaggio verso il mondo comincia da un taglio che riguarda il proprio ombelico. Ecco, più cordoni si tagliano che partono dal centro di sé, più la scrittura può essere di servizio in direzione del mondo. Perché la poesia è un fatto di natura. La grande poesia dice, interpreta, racconta il mondo e ne rende fluorescenti le linee di intersezione, mette a fuoco legami impensati tra cosa e cosa, pone alto lo sguardo così che meglio si veda la rete di meridiani che ci attraversa e ci lega a ogni cosa che non siamo. Dunque alla storia, alle storie: la compassione di diventare con quel poco di grazia che possediamo tutto quello che è fuori di noi. Ma tutto questo laicamente, con un senso concreto della realtà e delle sue scienze esatte. Dunque bisogna che la scrittura sia convincente e strutturata e non affermi per mera e pur necessarissima intuizione come la prima pietra del nostro muro sia sorella gemella del meteorite e dello sguardo negli occhi dei ragazzi futuri.

Maria Grazia Calandrone
aramis11
00giovedì 22 maggio 2008 21:59
grazie della segnalazione, ho scoperto una poetessa meravigliosa!
lemieparole
00giovedì 2 ottobre 2008 13:16
che cosa bellissima.....andrò a ceracre qualcosa di questa autrice che non conosco.


grazie
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