Per la biografia del santo ecco qui:
it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Antonio_di_Padova
Descrizione dell'evento: ieri 13 Giugno si è svolta la tradizionale festa del santo patrono di Padova, festa che raduna da sempre frotte di pellegrini da tutto il mondo, quest'anno la stima si aggira sui 100.000 fedeli accorsi per la celebrazione, ma dando un colpo d'occhio all'affollamento del centro e dintorni, la cifra dev'essere sicuramente stata arrotondata per difetto. Sant'Antonio si dimostra come sempre festa internazionale, difatti dando anche un semplice colpo d'occhio in giro ci si rende conto della fortissima presenza africana, in particolare somalo-etiope, ma anche filippina, presente con una comunità molto numerosa in Veneto, moltissimi anche i devoti meridionali, soprattutto pugliesi.
Faccio un breve sunto della giornata, per poi passare alla riflessione: la festa inizia con l'apertura delle porte del Santo alle 5.30, con a seguire una messa ogni ora a partire dalle 6.30, io personalmente ho partecipato a quella delle 12.00 e delle 13.00, e devo dire che la liturgia è stata abbastanza sobria, nonostante l'abbia celebrata il vescovo, con l'aiuto di due sacerdoti che a giudicare dai lineamenti dovevano essere sudamericani, e parlavo in un italiano diciamo molto colorito:).
Il pezzo forte comunque non sono le messe in onore del Santo, ma il rendere omaggio alla sua tomba e alla sua celebre lingua: come sempre si è svolto tutto con ordine e senza eccessive scenate, con un organizzazione composta da volontari e frati francescani tutto sommato efficiente, nonostante il modo di preparare le "tappe" sia stato abbastanza discutibile, dato che molti una volta reso omaggio alla tomba non riuscivano a trovare le reliquie del Santo, in quanto la segnaletica era mancante, e si procedesse abbastanza a tentoni.
Alle 18 invece si è svolta la tradizionale processione del Santo, molto intensa e partecipata, costellata di canti e preghiere, con la lettura di passi degli scritti di Antonio alternati alla sua breve biografia: una vita finita molto presto (36 anni) e passata a difendere i poveri e gli ultimi, sia con gli scritti ma cosa più importante con le azioni, dall'intercessione perché il tiranno Ezelino da Romano liberasse i numerosi prigionieri politici che linguivano nelle sue carceri, fino alla pressione per una legge anti-usurai, usurai che nonostante fossero condannati dalla Chiesa erano spesso i suoi maggiori donatori, in quanto si era diffusa l'"usanza" che l'usuraio prima di morire donasse alla Chiesa metà dei suoi beni come atto di pentimento che li valesse il purgatorio (l'esempio più famoso di questa usanza è la cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto, che deve il nome proprio all'usuraio che la fece costruire per penitenza).
Riflessioni : vi sono molti pensieri che vorrei condividere con voi, li dividerò per argomento e tenterò di essere breve, in modo da lasciarli a voi se li vorrete sviluppare:
a) Partiamo dal prosaico -che come sempre non è poco importante- il comportamento dei fedeli non è sempre ineccepibile: ho assistito a scene da calata degli Unni, con furti di cestini e materiale dei negozi esposti fuori dall'esercizio, con ingressi di massa nei bagni dei locali senza pagare il consueto caffé, e dentro la basilica ho visto cose che mi hanno fatto profondamente vergognare di essere veneto: miei conterranei che spazientiti dal dover aspettare il loro turno in fila si sono messi a spintonare vistosamente, chiedendo addirittura al frate che sorvegliava in coretto transito di fronte alla tomba del Santo di dare un tempo massimo di 30 secondi ad ogni fedele per sostare di fronte alla tomba, come fossimo ad un self-service del sacro... se questo lo mettiamo a confronto con la compostezza e la pazienza dei fedeli africani e meridionali, la figura fatta da noi autoctoni ha ben poco di edificante.
b) L'organizzazione dell'evento: per me l'organizzazione è stata discreta, chiuso il centro da Prato della Valle a corso del Popolo a partire dalle 13, disposte macchine con altoparlanti perché i fedeli che non ci stavano nella basilica o non potevano soffrire la folla potessero comunque partecipare all'evento, disposte telecamere per coprire televisivamente la Festa (diffusa in diretta anche su internet, anche se non ho trovato il link), i punti critici sono stati all'interno del Santo, con frequenti malori dovuti al caldo e alla folla, ho assistito personalmente un anziano svenuto per il calore e una ragazza ventenne caduta in delirio a causa della fatica e della veglia prolungata (era lì dalla notte prima), tempestivi gli interventi della croce rossa, presente in forze, pochi e abbastanza spauriti invece i poliziotti, che faticavano parecchio a controllare gli ingressi e che non si verificassero borseggi ai danni dei fedeli. Poche e insufficienti anche le indicazioni per destreggiarsi nella non piccola basilica, cosa che ha fatto sì vi fossero molti fedeli che girovagavano cercando questo o quello, intralciando la viabilità già scarsa. Pochi in percentuale anche i religiosi, ne avrò visto in tutto una trentina girare per la basilica.
c) Passiamo al punto critico, denaro e fede: mi ha dato non poco fastidio la commistione di denaro e fede che in Sant'Antonio trova un esempio eclatante, con bancarelle di chincaglieria religiosa che occupano tutta la piazzia e le vie adiacenti alla basilica, andando ad aggiungersi ai negozi già "specializzati", che vendono di tutto, dai dolci ai liquori, dai purganti fino agli accendini "benedetti" dal Santo... dentro la basilica non è meglio: di fianco e difronte ad ogni punto caldo (tomba, reliquiario, cripta dei martiri) vi sono vistosi banchi di frati che chiedono offerte per le messe a favore dei defunti (offerta minima 10 euri), per il ricordare questo o quello nel foglio ecclesiastico "Il messaggero", per le opere di bene, ecc dando una sensazione di grande fiera del sacro che mi ha inquetato, e che di certo ad un ateo o un fedele di un'altra religione avrà fatto un impressione negativa ancora maggiore. Sarebbe ora che la Chiesa cacciasse i mercanti dal tempio, o almeno fosse più discreta nei commerci che concernono il sacro, io non sono uno di quelli che si scandalizza che ci vogliano molti soldi per tirare avanti la baracca, ma il modo insistente di chiederli stomaca (o dovrebbe stomacare) anche il più fervente dei fedeli.
d) L'unità dei fedeli: aldilà di tutto ci sono cose che valgono la pena di essere viste, e che sono miracolose sebbene non violino alcuna legge di natura: sto parlando del profondo senso di unione dei fedeli, che prescinde da razza, lingua e sesso. Vi racconto a mo' di exampla solo le scene che mi hanno colpito di più: un'anziana africana che doveva essere venuta qui appositamente per la festa (non parlava una parola di italiano ne di francese o inglese) aveva un fascio di suppliche al Santo che voleva mettere nell'apposita cesta, e siccome non riusciva a trovarla (non c'erano indicazioni) vagava smarrita nei pressi della tomba, una anziana signora meridionale vedendo l'africana in difficoltà le ha indicato allora il luogo, ma siccome l'altra non capiva, la nostra connazionale ha prima baciato le supplice e poi il cesto, dando in questo modo un segno che l'africana ha subito colto ringraziando. Ma si è fraternizzato soprattutto nel chiostro, dove i fedeli si riposavano: si formavano naturalmente gruppi misti di italiani, africani e filippini, con madri di diverse nazionalità che lasciavano giocare i propri bambini insieme, io ho fatto "quattro parole" (traduzione del dialettale "quatro ciacoe") con una donna etiope vestita con il bellissimo abito tradizionale bianco e azzurro a forma di croce. Molto bello anche il vedere il formarsi di gruppi di conterranei meridionali che non si conoscevano e si sono incontrati qui, scambiandosi poi i numeri di telefono e gli indirizzi.
e) Cosa significa partecipare ad un evento come questo? Significa molto, ed è in un certo qual modo un'esperienza che non è possibile descrivere: l'odore avvolgente di corpi e di fiati, la fiducia estrema nell'altro che devi avere per stare in mezzo alla folla senza aver paura di essere schiacciato, l'accuimento delle risposte emozionali e della sensibilità al simbolo (il corpo del Santo, la Sua tomba, le statue rappresentanti angeli che stringono teschi, ecc), ma soprattutto la sensazione che il tuo "io" razionale, quello per intenderci che valuta, soppesa, ti dice ciò che devi e non devi fare, si disciolga e tu finalmente sei libero di essere quello che sei, cioè un bambino che prova meraviglia per la vita ed ogni sua espressione, e soprattutto per la diversità dell'essere umano ed il suo manifestarsi... ma c'è dell'altro: l'assoluta fusione con gli altri, ti fa capire come la Chiesa (intesa come ecclesia, ossia comunità dei fedeli, non come struttura gerarchica) sia veramente e non metaforicamente il corpo di Dio, un corpo che ha sangue e carne, respira e desidera... so che molti non capiranno, ma questo non è importante, l'importante è che queste esperienze sopravvivano e possano essere sperimentate da chi le ricerca, poiché oltre a donare felicità nell'immediato, cambiano radicalmente il modo di vedere il mondo.