Ra Has

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Crisso_
00martedì 18 settembre 2012 00:39
Visto che andiamo ad affrontare gli orchi, con molta probabilità le vipere, gli orchi Vipers (quelli che ci hanno attaccato ad Ascalith portavano il simbolo del serpente sulla fronte) metto come promemoria la descrizione del pantheon della dea Ra Has.

Potrebbe tornare utile per scoprire eventuali indizi o il significato dei loro riti e delle loro azioni.






Ra Has:
“Signora dei Veleni, Madre del Serpente, la Serpe Sterile”
 
Descrizione: Signora dei veleni, generata dagli incubi di Akoss, connubio insolvibile della dama e del serpente.
La Dea, Rahs (come è più nota, dalla unione dei due nomi che la compongono), appare nel Primo Piano Materiale con un aspetto umanoide, perlomeno nella parte superiore del suo corpo, sebbene priva di capelli, completamente ricoperta di viscide scaglie verdi e con caratteristici occhi da rettile. La parte inferiore è priva di gambe, sostituite più che degnamente da una lunga e sinuosa coda terminante con ben nove biforcazioni, che si dice simboleggino i nove inferni che la Dea presiede personalmente.
Si narra che Eitiana subì una maledizione da Ra Has mentre aspettava la venuta di una figlia. Dal grembo della Dea della vita e della morte, e dalla maledizione della Signore dei Veleni, nacque Ag Naikos, signora delle malattie e della sofferenza.
Rahs è signora dei veleni e creatrice dei serpenti. Dalla sua unione con Egh Nophas, l’Ingannatore, nacquero i suoi figli prediletti, gli Orcoidi. Questi conservano tuttora il colore verde di Rahs come eredità della loro origine divina.
Come il serpente considera dono prezioso il veleno che Rahs le ha donato, così orcoidi e goblinoidi non considerano un atto di viltà l'uccisione con i veleni. Spesso ne fanno un uso indiscriminato, e non è raro che le vittime sacrificali vengano uccise da pugnali ricoperti da mortali essenze.
Alcuni dei suoi servi sono stati ricompensati da una pelle scagliosa e resistente, mentre ad altri sono state date inquietanti mutazioni.
Tuttavia, per ogni suo dono Rahs esige pesanti tributi. Le anime di coloro che sono stati uccisi in suo nome, così come di coloro che in vita la hanno adorata, sprofondano, come vittime o come carnefici, in uno dei Nove Inferni che Rahs presiede. Rahs è infatti senza pietà anche per i suoi figli: se uno dei suoi fedeli muore senza avere donato abbastanza anime al suo spirito vorace, la Dea lo incatena fra gli schiavi, per l'eternità. Gli orcoidi, in quanto figli di Rahs, pensano che il loro destino sia già quello di finire in uno dei Nove Inferni, e che per loro non ci sia possibilità alcuna di salvezza, se non quella di guadagnarsi i favori della Dea.
Scopo del fedele di Rahs è quindi quello di diventare un carnefice anziché una vittima.
Per questo motivo, i sacerdoti di Rahs promuovono incessantemente guerre contro ogni stato e popolo vicino, sciamando selvaggi contro ogni essere vivente per salvarsi dai tormenti eterni e guadagnarsi il triste posto di Carceriere...
 
Sfera d’influenza: preveggenza, veleni, morti violente
Colore: verde (in tutte le tonalità), rosso, nero.
Simbolo: un occhio da rettile, una croce a 3 braccia rossa con bordino bianco in campo nero.
Rappresentazione: una donna-serpente. A volte viene rappresentata come donna dagli occhi da rettile e lunghe unghia nere, altre come un gigantesco serpente.
Animale Sacro: Il serpente
Pietra: smeraldo
Metallo: il rame ossidato
Astro: ignoti
Giorni Sacri: ignoti
Riti: Rituali sacrificali
Precetti dei Sacerdoti: I fedeli sono obbligati a uccidere per morte violenta o tramite veleni, durante la loro vita, un grande numero di infedeli per ottenere la salvezza. Anche l’uccisione e il sacrificio di fedeli è parimenti accettata, a meno che essi non siano sacerdoti di Rahs. I sacerdoti sono le guide spirituali della comunità. L’unico sacramento che possono dispensare è il Sangue di Rahs, un liquido fortemente alcolico ottenuto (pare) dal sangue delle vittime del culto. Il Sangue viene distribuito ai fedeli durante le feste comandate della Chiesa (che avvengono secondo uno strano e incomprensibile calendario), e pare avere il dono di comunicare la propria fedeltà alla divinità. Non è nota nessuna preghiera: ognuno parla alla divinità come preferisce, senza formule precostituite.
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