Per me il finale è uno degli elementi più importanti per valutare un libro, ma non nel senso che debba per forza andare tutto bene ai miei personaggi preferiti, nel senso che il finale, lieto o tragico che sia, deve essere coerente, senza forzature.
Ecco, riconsiderando il finale di Harry Potter, che tutto sommato non è male, ho trovata forzata la morte di Fred, ma soprattutto quella della povera Edvige, che essendo semplicemente un animale da compagnia, una civetta delle nevi come tante, non aveva un ruolo tale da giustificarne l'esecuzione da parte di Voldemort e dei suoi (al contrario della morte di Piton, che mi è dispiaciuta parecchio dato che lui era diventato uno dei miei personaggi preferiti, ma aveva un suo perché).
Diciamo che in generale preferisco il finale lieto, o almeno il finale lieto per i personaggi che mi sono simpatici: se in una storia il/la protagonista non mi piace, per me può tranquillamente morire, se quel comprimario che preferisco sopravvive.
Però posso accettare una piega negativa o addirittura tragica se in qualche modo c'è un nesso, e se l'autore mi ha in qualche modo preparata a questo. Primo esempio che mi viene in mente in questo senso,
Mille splendidi soli di Hosseini:
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la povera Mariam muore,
è terribile... Ma in una storia del genere era plausibile, anzi, le cose avrebbero potuto anche andare peggio per altri; dunque lo accetto.
Uno dei peggiori finali che abbia mai letto l'ho trovato in un manga,
Georgie: a causa della spudorata simpatia degli autori per uno dei contendenti all'amore della protagonista, il rivale
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(che la protagonista preferisce) viene ucciso in maniera assurda, mentre il cocchino, che pareva morto, viene fatto resuscitare in un modo da fare invidia ad una soap opera e viene organizzato un casuale incontro con la protagonista, ormai povera vedova (di fatto) con figlio a carico.
Ovviamente le forzature sono negative in un senso o nell'altro, anche al lieto fine non si può arrivare con le forzature!!!
Altro genere di finale che odio è quello piazzato là perché l'autore ad un certo punto si è stufato ed ha solo deciso di mettere la parola fine: è il caso dell'osannatissimo La solitudine dei numeri primi, in cui improvvisamente la storia finisce e basta, e per giunta lasciando un grosso interrogativo, come in attesa di un sequel.
A proposito di sequel: ultimamente purtroppo impazzano le saghe, il che fa sì che purtroppo che a volte il finale sia del tutto aperto, illegibile senza il seguito: v. il secondo volume di Hunger Games. Accetto invece i finali che sono definiti, pur lasciando spazio ad un possibile seguito, come il primo volume di The familiars (orrido invece il finale aperto del 2, che rende il volume indivisibile dal 3).