In Spagna è riconfermato il governo dell'ateo zapatero.
-Kaname-chan, 12/03/2008 23.44:
...le legislazioni delle democrazie contemporanee si ispirano al principio della filosofia liberale, ovvero la libertà del singolo finisce dove inizia la libertà di un altro singolo, che poi se vogliamo è una filosofia influenzata dalla parola di Cristo che dice "non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso" e cosi via (questo anche per dimostrare che la cultura europea deve eccome al cristianesimo).
[...]
Sono tanti gli spunti da cui tu, con la tua ampia riflessione, hai dato ai forumisti o per chi gli interessa, l’occasione di poter ribattere a loro volta con altrettanta plausibile scientificità, scomodando anzitutto sia, la Legge Morale quanto il Diritto Naturale, incisi nell’essenza ontologica dell’essere umano e quindi il riferirsi a quella Carta universale dei diritti/doveri riconosciuti ad ogni singola persona. Oltre a quello che ho già espresso sopra e a quanto ancora con calma aggiungerò a suo tempo, io intanto prendo subito al volo un tuo accenno che mi sembra particolarmente stridente, visto che tiri in ballo la dottrina di nostro Signor Gesù Cristo.
Ti ricordo, infatti, che il Maestro, a proposito del matrimonio su quanto gli contestavano gli scribi e i dottori della legge mosaica o su quanto di Lui hai tu ora riportato in modo a mio avviso inappropriato se non strumentale, ha invece innanzi tutto affermato ben altra cosa con la sua risaputa autorevolezza:
” Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". [Mt 19, 5-6]
Il sapiente dire del Verbo eterno Gesù, poi, non era e non è senz’altro tuttora rivolto alle coppie che fondano la loro convivenza non nell’amore bensì nell’omosessualità, maschile o femminile, della quale a più riprese si sente invece la condanna ferma del Terribile Giudice con la sua Parola ispirata ai propri antichi santi Profeti di cui, ti ricordo ancora, gli eventi catastrofici con i quali sono stati eliminati gli abitanti omosessuali di Sodomia & di Gomorra.
A questa premessa n’aggiungo un’altra di necessaria, per motivare che c’è quel momento cruciale su cui i cattolici, magari a differenza del silenzio ambiguo di ben altri presunti cristiani o delle voci chiassose dei soliti laicisti miscredenti o di quelle tanto insulse provenienti dall’odierno ateismo militante, sentono il dovere di intervenire e di opporsi con razionalità e retta logica, quando quei servi pagliacci (uno dei quali, ad es, è appunto l’ateo zapatero) del “Buffone”, tentano tanto quanto questo loro stesso bugiardo maestro fece per invidia, già sin dall’inizio, contro la felicità dell’uomo:
“Egli - il serpente –
disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?".
Così insinuò il buffone, la prima volta che aprì la sua iniqua bocca, con la mortale bugia che tanto divenne pervertitrice di quella Parola di Dio dettata dall’Eterno a Adamo ed Eva, e che divenne menzogna così allettante per la donna prima e per l’uomo poi, da lasciarsi ambedue afferrare dal quel dubbio pertinace col quale essi, una volta assecondatolo, aprirono la via del dolore eterno e della morte perpetua nonostante Eva avesse anzitempo rinfacciato al diavolo quella Verità Unica, di cui quella particolare sulla Morale ricevuta, assieme al suo sposo, dal proprio Creatore:
“Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". [Gn 3, 1-3]
Insomma, per dirla con altre parole, sul concetto di famiglia e di matrimonio, ciò significa ancora esattamente per l’oggi: non esiste assolutamente una denominazione di famiglia “eterosessuale”, se non inventata di sana pianta dalla convenzionalità modaiola, o peggio, pervertita dell’uomo propenso alle abominevoli pratiche sessuali dalle deviazioni contro-natura mediante l’omosessualità o come oggigiorno qualcuno pretenderebbe distinguere la stessa famiglia col termine emancipato più diabolico e assai più insidioso definendola, appunto, “tradizionale” rispetto al presumerne un’altra di differente, ad es, nelle
coppie di fatto. Esiste solo “La Famiglia” fondata nel matrimonio e della quale, è più che scontato esser essa formata da una coppia di cui: una è sempre persona
maschio e l’altra è sempre persona
femmina; così è senza eccezione alcuna e così sarà sempre fintanto che l’uomo s’adegua all’immutabilità di quella
Legge Morale Naturale già insita per dono del Creatore, nell’identità della sua natura umana anziché prima che essere stata direttamente rivelata all’uomo da Dio, mediante Gesù Cristo, come
Legge Morale Sovrannaturale.
Inoltre, è pure sotteso che non può esserci
la famiglia se essa non è fondata sull’amore vicendevole e ratificato col vincolo del matrimonio finalizzato al formare nuove famiglie mediante quella funzione specifica atta alla procreazione, ossia, secondo la legge di natura. Tale “vincolo” coniugale poi, di là delle sue diverse espressioni culturali di tempi e di luoghi, va in ogni caso inteso sempre come impegno reciproco di quella libera scelta individuale di una fedeltà vicendevole da far sì che, attraverso essa, la famiglia si formi e sussista in modo stabile e duraturo. La famiglia deriva dunque dall’amore coniugale fedele e indivisibile, che si fonda nella dicotomia complementare possibile soltanto nella diversità fisiologica dei due singoli, che adempiono il fine proprio della logica intrinseca dell’Amore, di generare nuova vita; cosicché, quanto più i due soggetti della coppia sposata si fondono e si completano a vicenda, mostrando al meglio la propria comunione e unità proprio nel vincolo della loro fedeltà matrimoniale - vale a dire di poter procreare, amandosi nella fede -, tanto più allora sono gli sposi immagine somigliante di quella relazione d’amore che da sempre avviene nel Dio Uno e Trino dal quale, procedendo l’amore eterno del Padre verso il Figlio e corrispondendo l’amore eterno del Figlio verso il Padre, è generata eternamente da Loro la terza Persona divina, lo Spirito Santo: Spirito di vita eterna, di creazione, Spirito d’Amore e di Verità
mandato perché tutto
rinnovi, con l’uomo, anche
la faccia della terra. (Sal 104, 30)
Pertanto ti chiedo: se ci sono quei diritti giuridici inalienabili e indispensabili da riconoscere socialmente per la famiglia fondata esclusivamente nel vincolo alla fedeltà nel matrimonio di coppia tra, maschio e femmina, quali sarebbero allora per te gli altri criteri ragionevoli e altrettanto validi nel sociale per i quali una coppia di lesbiche o d’omosessuali o peggio ancora, di bisessuali, a prescindere dalla dignità e rispettabilità che si deve a loro singoli di là del proprio sesso o di come costoro esprimono la propria sessualità volta giustappunto verso chi è dello stesso sesso, tanto che dovrebbero pretendere i medesimi diritti giuridici civili alla pari della famiglia qualora i due singoli omosessuali formassero una concordanza di coppia convivente che nulla, però ha a che fare con il matrimonio naturale al fine della procreazione, quindi, meno ancora d’essere loro famiglia né di formarne una futura?
Ti chiedo inoltre, tanto per rifarci ancora agli elementari diritti umani provenienti anzitutto dalla Legge Morale Naturale e quindi già finalmente fissati in parte nella Carta universale: se esiste il diritto del singolo, ciò in forza di quel principio a gestire il proprio libero arbitrio come meglio egli vuole, se non danneggia la libertà altrui, da cui ognuno è libero di suicidarsi, dove stanno allora i presupposti, quei validi parametri per i quali, dovrebbe esistere un diritto giuridico sociale affinché il suicidio sia assistito da terzi, ossia, dalle istituzioni pubbliche e statali?