MotoGP, Mugello: Lorenzo: "Un punto di vantaggio? Mi distraggo, e sono sotto di 24..."
Jorge Lorenzo ci ha impiegato meno del solito, per raggiungere il Mugello, sgusciare in sala stampa e partecipare alla conferenza stampa del giovedì. Il fatto è che non arriva dalla Spagna, ma da Roma, dove ieri sera, in tribuna d'onore, ha assistito al trionfo del Barcellona sul Manchester.
“Cosa volete che vi dica...? Mi dispiace per i tifosi dell'Inter. Mi dispiace per i tifosi del Milan. Mi dispiace per i tifosi del Manchester. Quest'anno, però, i migliori siamo noi...”.
Sono loro, sì. Ed il migliore è anche lui, che siede al centro del gruppo, dietro il banco, nella posizione che spetta a chi comanda il campionato. Però, gioca palla bassa: “Sì, è vero: ma si tratta di un misero punto di vantaggio. Insomma, una botta di sfortuna, ed in una gara sola potrei trovarmi sotto di ventiquattro. Io Jerez me lo ricordo ancora. Mica lo voglio ripetere; nella vita, però, tutto può capitare”. Poi, fomenta l'incertezza: “Valentino dice che ciascuno di noi quattro (Lorenzo, Rossi, Pedrosa, Stoner, ndr) ha la stessa probabilità di vincere il titolo? Sono percentuali che cambiano di gara in gara. Quante me ne avreste assegnate, dopo il GP di Spagna?”
“In ogni caso” prosegue “il circuito mi piace, l'atmosfera è straordinaria, e si percepisce chiaramente come le persone, qui, amino moto e piloti. Si respira una bella aria. Spero in un podio...”.
Non si può fare a meno di chiedergli con quale spirito si scenda in pista contro Rossi che qui, con sette vittorie consecutive (e nove in totale, considerando anche le categorie minori) appare pressoché imbattibile. Lui risponde sgusciando: “Difficile metterlo sotto, sì. Però, io guardo più lontano: il mio obiettivo è concludere il campionato in una posizione migliore rispetto all'anno scorso”.
Per una volta, lui e Rossi, l'arcinemico, concordano su due argomenti. In primis, il merito del Barcellona nel metter le mani sulla Coppa, che anche Valentino riconosce: “Li hanno massacrati. Non è che io facessi proprio il tifo per l'uno piuttosto che per l'altro” precisa “ma avendo il Manchester battuto l'Inter...”. Vendetta per interposta squadra. Altro soggetto che li trova d'accordo: il Mugello. Con Valentino che, dopo aver giudicato la vittoria del 2008 come la più bella tra tutte le sette che ha in curriculum (“però, anche il 2006 non è stato male”) sottolinea con forza ancora maggiore la particolarità del circuito toscano: “Gareggiare qui è un piacere fantastico. Le colline sono tribune naturali, e per la conformazione che hanno fanno sì che le persone siano più vicine al tracciato che nella maggioranza degli altri impianti. D'altro canto” continua “assegna 25 punti come ogni GP. Quindi, in realtà, l'obiettivo è sempre lo stesso”. Intende: vincere. E sulla strada per riuscirci, non si nega il piacere di indossare un nuovo casco. Come tradione ad ogni GP d'Italia. “Rifletterà lo stato d'animo dello che si prova al Mugello, dove tutto è più estremo e difficile”. Non dice altro. Ed anche Aldo Drudi, che lo ha disegnato, non si lascia stanare.
Casey Stoner riconosce che, caduta a Le Mans o meno, Valentino è il pilota da battere, qui. “Nonostante la pressione che sicuramente grava su di lui. Io qui non ho mai vinto, ma sono stato spesso veloce, ed è un circuito che mi piace. Ed è legato al ricordo della mia prima pole position, in 125”.
Anch'egli, come Lorenzo, è convinto che pronostici non se ne possano fare: “Ricordate il 2007? Quanti erano, alla viglia del campionato, quelli che inserivano il mio nome tra i pretendenti al titolo?”
Ad una estremità, Marco Melandri. La convocazione per la conferenza stampa del giovedì gli spetta in parte il fatto di essere pilota di casa, ma soprattutto per aver dato spettacolo in terra di Francia dove, tra lo stupore di molti (ed il suo per primo) si è ritrovato secondo. Davanti a colleghi di cui, in teoria, avrebbe dovuto accontentarsi di vedere (da lontano) le terga.
“E dire che ho rischiato di finir per terra nella stessa curva di Valentino” ricorda lui. “ Che sfodera ottimismo, ma anche umorismo: “Per reggere il ritmo dei migliori, sull'asciutto, dovremmo migliorare di un secondo. Difficile? Si e no: io ci riesco quasi ogni notte, in sogno”.
E, in termini di sogni, ne racconta anche un altro. Questa volta, fatto ad occhi aperti: “Spero che i risultati sollecitino al Kawasaki a produrre qualche pezzo nuovo”. E sviluppare un po' la moto, magari.
C'è anche Canepa. Vent'anni, è il più giovane e pilota della MotoGP. “L'anno scorso, questi signori li vedevo in tv. Oggi, sono con loro. Va bene: l'inizio di stagione non è stato proprio quello che mi aspettavo. Diciamo che il mio campionato inzia domenica prossima, proprio qui, al Gp del Mugello”.
Forse, sotto la pioggia. O spazzato dal vento. Le previsioni indicano probabilità per l'una e per l'altro. Quest'anno, va così.
Nereo Balanzin