Le tigri trovano un amico nella Banca Mondiale

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martee1964
00lunedì 22 giugno 2009 09:08

ROMA
Le tigri fanno il conto: alla rovescia. Ma il traguardo di fermare la loro estinzione, sembra aver trovato un alleato in Robert Zoellick, presidente della Banca Mondiale, che deciso di far sentire il suo peso su un nuovo programma internazionale di conservazione di questi felini. Destinando intanto un milione di dollari. Una buona notizia in tanto grigiore dal fronte umano, che le ha condannate a morte: tanto per dargli un peso, sul mercato nero cinese quelle siberiane valgono oltre 25mila dollari l’una. E di loro non si butta via nulla: perfino le ossa e gli organi interni vengono usati per la medicina. Stessa storia per il leopardo delle nevi braccato per la sua preziosa pelliccia. Al pari di rinoceronti, elefanti, oranghi, testuggini, delfini, orsi (andini) dagli occhiali, squali e tante altre migliaia di specie. Dai vertebrati ai piccoli polipi delle barriere coralline dell’Oceano Pacifico, versano tutti in condizioni disperate. C’è perfino chi si azzarda a fare pronostici su chi per primo non arriverà a superare il prossimo decennio.

L’ancora di salvezza arriva – come ha precisato il Guardian nell’edizione online - dalla partnership della Banca Mondiale con lo Smithsonian Istitution. Il progetto mira a cose pratiche: fortificare l’attuale sistema di riserve per le tigri, esageratamente frammentario com’è articolato su 13 paesi. Numeri alla mano, sembra che in giro per il mondo ne siano rimaste 3500. Contro le 100mila censite un centinaio di anni fa. Dunque il primo obiettivo nel salvare le tigri Smithsonian-World Bank prevede l’addestramento di centinaia di guardie forestali nelle nuove tecniche anti-bracconaggio, in un centro vicino a Washington. Mentre il secondo passaggio punta alla creazione di più forti collegamenti tra i paesi dove le tigri rimanenti vivono. Ovviamente questo programma trova il sostegno degli ambientalisti, che vedono nella conservazione delle tigri un momento cruciale anche nella salvaguardia di ciò che rimane delle foreste asiatiche. “Le tigri sono una sorta di ombrello e la loro sopravvivenza vuol dire salvare centinaia di altre specie”, dice Francisco Dallmeier, direttore del progetto di conservazione dello Smithsonian.
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