Particolarmente sensibile alla minaccia costituita dalla Prussia, il ministro degli Esteri dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, l'abile marchese di Kaunitz, lavora alacremente sul piano diplomatico al superamento della storica inimicizia tra gli Asburgo e i monarchi di Francia, e vi riesce nel 1756, allorché viene stipulata un'alleanza austro-francese, cui aderiscono anche Russia, Svezia, Polonia e Baviera, con lo scopo di distruggere il regno di Prussia e di spartirsene i territori.
Venuto a conoscenza, tramite alcune spie, di questo patto segreto, Federico Il di Prussia cerca ed ottiene l'alleanza dell'Inghilterra, interessata al mantenimento dell'integrità della Prussia in funzione dei suoi commerci baltici, ed attacca per primo invadendo la Sassonia. Comincia così, nel 1756, la cosiddetta guerra dei Sette Anni. Nei primi tre anni, dal 1756 al 1759, la Svezia è alle prese con difficoltà di ordine finanziario, la Polonia è impegnata a difendere la Sassonia, la Russia non riesce ad organizzare la mobilitazione delle sue forze armate. Eserciti francesi e austriaci hanno quindi campo libero per invadere la Prussia, ma sono sconfitti e respinti dall'esercito di Federico II che con straordinaria mobilità riesce ad affrontarli separatamente.
Intanto nelle colonie (India, America settentrionale, Africa) si ha un grande scontro franco-inglese, che, inizialmente a favore della Francia, volge poi a vantaggio dell'Inghilterra, grazie alle risorse che essa è in grado di mobilitare fuori d'Europa.
Artefice di questi trionfi inglesi è William Pitt, un capo whig che re Giorgio Il (1727-1760) è stato costretto a chiamare alla guida del governo, dopo l'inizio della guerra dei Sette Anni, per poter mobilitare tutte le risorse necessarie ad affrontare il grande conflitto. Ma nel 1760, Giorgio III (1760-1820), più interessato alle fortune della sua dinastia e ai suoi possessi nell'Hannover che ai commerci inglesi nel mondo, licenzia Pitt (1761) e, dopo 46 anni di governo degli whigs, si appoggia al partito tory, che offre immediatamente la pace alla Francia.
Nel frattempo, la Russia è riuscita a mobilitare le sue forze armate, e la Polonia ad organizzare un nuovo esercito, cosicché la Prussia è stata invasa (1760) da ben sei eserciti (francese, bavarese, austriaco, russo, polacco e sassone),contro i quali nulla hanno potuto l'efficienza e la disciplina delle forze di Federico II, costretto ad abbandonare ai suoi nemici la stessa Berlino (1761).
Il duca di Choiseul, l'incapace ministro degli esteri francese giunto a quell'alta responsabilità solo perché appartenente a un gruppo di nobiltà feudale favorito dalla Pompadour, amante del re Luigi XV, sopravvaluta l'importanza delle sconfitte prussiane e interpreta l'offerta di pace che gli viene dall'Inghilterra come un segno di debolezza. Perciò la respinge, convincendo, nello stesso tempo, i sovrani di Spagna, Napoli e Parma a stipulare con il sovrano di Francia il 'Tatto di famiglia", cosiddetto perché questi sovrani appartengono alla famiglia dei Borbone, che li impegna tutti ad una lotta per la distruzione della potenza dell'Inghilterra (1761).
Questa, allora, mobilita tutte le sue flotte, e nel biennio 1761-'62 infligge ai suoi nemici danni tremendi, cacciando i Francesi dal Canada e dalle Antille, gli Spagnoli da Cuba e dalle Filippine, e i Napoletani dalla Sicilia. Di fronte a tanti disastri, aggravati dalla riconquista di Berlino (1762) da parte di Federico II, che ha potuto armare un nuovo esercito con i finanziamenti inglesi ed è riuscito a stipulare una pace separata con la Russia, le potenze borboniche sono costrette a chiedere precipitosamente la pace.
La pace di Parigi, con la quale termina, nel 1763, la guerra dei Sette Anni, sancisce in Europa la reintegrazione di tutti i possedimenti del regno di Prussia e, fuori d'Europa, la cessione all'Inghilterra, da parte della Spagna, della Florida (in cambio della quale la Spagna ottiene la Louisiana francese, che, nelle mani di uno Stato debole e in decadenza come quello spagnolo non rappresenta alcun pericolo per l'Inghilterra), e da parte della Francia di tutti i possedimenti francesi in Canada, in India e in Senegal.
L’Inghilterra esce dalla guerra come dominatrice dei mari del mondo mentre le potenze dell'Antico Regime, che hanno speso nella guerra enormi somme di denaro, senza ricavarne alcun risultato, vengono da ora in poi coinvolte in una crisi sempre più grave dei loro sistemi sociali feudali.
[Modificato da Pius Augustus 25/12/2006 16.27]