L'Italia dovrà tagliare le proprie emissioni di gas serra

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Ciack
00venerdì 3 giugno 2005 10:46
Il governo italiano costretto a rivedere il proprio Piano dei permessi di emissione di anidride carbonica per rispettare i patti del Protocollo di Kyoto. Ce lo chiede l'Unione Europea


L’Italia ha dovuto fare un significativo passo indietro: questa la verità sul Piano Nazionale di Allocazione (NAP) dei Permessi di emissione, approvato dalla Commissione UE solo dopo che l’Italia ha accettato di ridurre sensibilmente la quantità totale di quote da assegnare: 23 milioni di tonnellate di CO2 in meno all’anno, pari al 9% delle quote previste inizialmente. Il WWF ha seguito passo dopo passo la dolorosa vicenda del NAP italiano, denunciando sin dall’inizio che il piano era visibilmente “gonfiato”, quasi che il nostro paese (e in particolare il settore elettrico) stesse riservandosi il diritto di inquinare per il futuro, in barba agli impegni di Kyoto, e stesse ponendo le basi per poi vendere emissioni inesistenti

L’Italia aveva presentato, lo scorso 24 febbraio, un Piano nazionale emissioni che, invece di prevedere una riduzione delle emissioni, come richiestoci dagli impegni di Kyoto, indicava scenari di crescita al punto che:

1) le quantità totali provvisorie assegnate nei tre anni presi in esame (2005-2006-2007) ammontano a 44,24 milioni di tonnellate di CO2 in più rispetto al piano precedente;

2) Lo scenario di riferimento (previsioni di emissioni al 2010) subisce un incremento del 12,29%, tutto a favore del settore energetico;

3) Lo scenario di riferimento fa salire le emissioni dei settori compresi nello schema di Commercio delle Emissioni del 29% rispetto al 1990, altro che -6,5 previsto dal protocollo di Kyoto!

La Commissione Europea ha considerato sovrastimata la richiesta italiana di una assegnazione media di 255,5 milioni di tonnellate annue per il triennio 2005-2007 e ha pertanto chiesto ufficialmente al Governo italiano di non superare i 232,5 milioni di tonnellate annue. La Commissione ha avanzato anche altre richieste al nostro paese come quella di rinunciare all’assegnazione di ulteriori quote di emissione ad imprese a discrezione del Governo.

Il Governo, in particolare il Ministero delle Attività Produttive, nelle successive versioni del Piano ha gonfiato sempre di più le previsioni: questo ha determinato una situazione di incertezza per le stesse aziende italiane, rischiando di tagliarci fuori dal mercato delle emissioni. Ci auguriamo che nella revisione del piano si tenga conto del fatto che le quote riservate al settore elettrico sono e restano comunque sovrastimate, procedendo quindi a riduzioni proporzionate e non uguali per chi, nel Piano nazionale, uguale non è.

Ci auguriamo anche che l’Italia proceda da subito a una seria politica di attuazione degli impegni di Kyoto, dato che al momento le emissioni invece di scendere, stanno salendo, grazie all’aumento dei consumi privati e del terziario (non dell’industria) e in barba, dunque, al tanto proclamato impegno sull’efficienza.


Rhal
00sabato 9 luglio 2005 19:47
speriamo!
Jack8321
00mercoledì 13 luglio 2005 14:33
W l'energia eolica, solare e Geotrmica[SM=x240538] [SM=x240538] [SM=x240538] [SM=x240538] [SM=x240538]
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