IL COLPO DI CODA

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Pius Augustus
00giovedì 22 febbraio 2007 15:23
Il dibattito sulla brevettazione della vita e' una delle questioni piu' importanti mai affrontate dalla
famiglia dell'uomo. La brevettazione della vita colpisce nel piu' profondo le nostre convinzioni sulla
natura stessa della vita, se essa debba essere concepita come qualcosa di valore intrinseco o
puramente utilitaristico. L'ultimo grande dibattito di questo tipo si svolse nel diciannovesimo secolo
sulla questione della schiavitu', con gli abolizionisti che sostenevano come la vita umana avesse un
valore intrinseco e "diritti dati da Dio" e non potesse essere trasformata in proprieta' commerciale e
personale da parte di un altro essere umano. Le argomentazioni degli abolizionisti finirono con il
prevalere e la schiavitu' approvata per legge venne abolita in ogni paese del mondo dove era ancora
praticata.

Come gli abolizionisti anti-schiavitu' del diciannovesimo secolo, una nuova generazione di attivisti
genetici sta incominciando a sfidare il concetto alla base della brevettazione della vita: sostengono
che la vita e' pregna di valore intrinseco e pertanto non puo' mai essere ridotta legittimamente a
proprieta' intellettuale-commerciale controllata da conglomerati di scienza della vita e scambiata come
semplice merce sul mercato. Feministe, agricoltori, movimenti per la protezione degli animali,
organizzazioni per la difesa dei consumatori, sostenitori della salute pubblica e organizzazioni per la
giustizia sociale stanno confluendo attorno al mondo in una nuova potente forza di opposizione che si
batte contro il crescente commercio genetico che traffica sugli schemi di vita.

Nel 1995 una coalizione di piu' di 200 esponenti religiosi, che comprendevano le guide titolari di ogni
maggiore denominazione Protestante, piu' di cento vescovi cattolici e leaders ebraici , mussulmani,
buddisti e indu', hanno proclamato la loro opposizone alla concessione di brevetti su geni umani ed
animali, su organi, tessuti ed organismi. Questa campagna e' stata organizzata dalla Fondazione sulle
Tendenze Economiche, che io stesso dirigo.

La coalizione, la piu' grande assemblea di dirigenti religiosi statunitensi che sia stata mai convocata
su una questione di mutuo interesse nel ventesimo secolo, ha asserito che la brevettazione della vita
rappresenta la piu' grave sfida nella storia alla nozione della creazione divina. I teologi si chiedono:
come puo' la vita essere definita una invenzione a fini di profitto da parte di scienziati e corporazioni
quando essa viene concessa come un dono di Dio? O la vita e' una creazione di Dio ovvero e' una
invenzione umana, ma non puo' essere l'una e l'altra cosa. Parlando a nome della coalizione Jaydee
Hanson, un alto funzionario della Chiesa Metodista Unita, ha dichiarato: "Crediamo fermamente che gli
esseri umani e gli animali sono creazioni di Dio, non creazioni umane, e in quanto tali non debbano
essere patentate come invenzioni". Mentre non tutti gli esponenti religiosi si oppongono a patenti "di
procedura" sulle tecniche usate per creare forme transgenetiche di vita, essi concordano all'unanimita'
sulla loro opposizione alla brevettazione di forme di vita e delle loro componenti stesse. Essi sono
profondamente convinti delle gravi conseguenze di un trasferimento del principio di paternita' da Dio a
scienziati e a compagnie transnazionali, e sono fermi nella loro determinazione a levar difese contro
ogni tentativo fatto dall'uomo di avanzare rivendicazioni sul creatore e architetto sovrano della vita su
questa terra.
Ma cosa potra' mai significare per le generazioni a venire crescere in un mondo dove arriveranno a
concepire tutta la vita come invenzione pura e semplice - dove i confini tra sacro e profano, tra valore
intrinseco e valore utilitaristico siano del tutto scomparsi, riducendo la vita stessa a livello di oggetto,
privo di qualsiasi qualita' unica o essenziale che lo possa distinguere da una struttura basilarmente
meccanica? La battaglia per preservare il pool genetico terrestre come aperta dimensione comunitaria,
libera da sfruttamenti commerciali, diventera' una delle lotte piu' critiche dell'Era Biotech. I "diritti
genetici", a loro volta, emergeranno probabilmente come la questione fondativa dell'era imminente,
definendo cosi' gran parte dell'agenda politica del Secolo Biotech.

(Estratti dalla nuova opera di Jeremy Rifkin, Il Secolo Biotech: Il Gene Imbrigliato e il Rifacimento del
Mondo. Tarcher/Putnam Editori. Rifkin e' Presidente della Fondazione sulle Tendenze Economiche a
Washington D.C.)

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