Genova: riparazioni navali

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euge1893
00mercoledì 3 gennaio 2007 17:57
Ecco uno stralcio della confrenza stampa diramata dal Presidente dell'Autorità Portuale al termine del Comitato Portuale del 20.12.2006:

Area Riparazioni Navali

Per quanto riguarda il progetto del VI Bacino di carenaggio, il progetto preliminare è stato trasmesso al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che dovrebbe esprimersi in merito a metà Gennaio.

em66
00giovedì 6 dicembre 2007 11:23
da www.ilsecoloxix.it

05 dicembre 2007
Genova, pronto progetto Sesto Bacino di carenaggio
Quattro anni di lavori, inizio della gara d’appalto nel marzo 2008, un investimento sui 130 milioni di euro. Il porto di Genova potrà contare su un sesto bacino di carenaggio per le riparazioni navali, in grado di accogliere navi da crociera fino a 333 metri e full container fino a 337 metri che gli altri cinque bacini, per le loro dimensioni, non sono in grado di ospitare.

Lo hanno annunciato questa mattina il presidente dell’Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi, il presidente dell’Ente Bacini, Mauro Vianello e Andrea Pieracci, dell’Autorità Portuale, responsabile del progetto, che è stato átrasmesso per l’approvazione definitiva al Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Il parere del Consiglio è atteso per febbraio, ma il via libera sembra sicuro poichèá il progetto è già stato esaminato e approvato dal Consiglio nelle sue varie fasi. La gara d’appalto dovrebbe iniziare in marzo. Lungo 340 metri, largo 65 e profondo 12,5, áil nuovo bacino avrà la fiancata Nord a fianco del quinto.

Assieme alle dimensioni, i suoi principali vantaggi competitivi sono costituti dalla rampa d’accesso, dalla capacità di svuotarsi e riempirsi d’acqua in meno di tre ore, dalle piattaforme elevatrici cheápermettono di effettuare i lavori senza ricorso ad autogru e ponteggi, dall’impianto elettrico con tensione e frequenza variabili, in grado di alimentare qualsiasi nave, che quindi può spegnere i motori, con emissioni a zero e dall’impianto di traino.

Metà del finanziamento proviene da fondi statali assegnati per i lavori all’Autorità Portuale genovese. L’altra metà verrà fornita da un pool di banche, scelto mediante gara d’appalto. Un dozzina gli istituti bancari che hanno giàámanifestato interesse per l’iniziativa.


euge1893
00lunedì 10 dicembre 2007 21:14
Da Il Secolo XIX
05 dicembre 2007

Sesto bacino
“nanetto”: le maxi navi non entrano


di Giorgio Carozzi

È stata battezzata con il nome di Emma Maersk e tempo fa il presidente del porto di Savona, Rino Canavese, ha mostrato la diapositiva della nave con l’orgoglio di chi esibisce la foto della nipotina. Emma Maersk (nella foto) è un colosso di 400 metri di lunghezza e 56 di larghezza: se non lei, sarà certo una gemella ad inaugurare il nuovo terminal container di Vado. Ma che cosa accadrà, quel giorno, se l’attuale ammiraglia della superflotta danese segnalasse l’urgenza di qualche cura?

Un bel guaio, non solo per Emma ma anche per le altre numerose mega-portacontainer destinate a scalare anche il porto di Voltri e, ovviamente, per le grandi navi da crociera che un bel giorno torneranno pure sotto la Lanterna. Niente riparazioni in città, impossibile entrare nel nuovo bacino di carenaggio - il sesto - la cui costruzione, secondo le previsioni fornite mercoledì scorso dall’Autorità portuale, dovrebbe iniziare alla fine dell’estate 2008. La profondità della nuova vasca, concepita proprio per riagguantare le navi che non possono essere ospitate oggi dagli altri cinque bacini di carenaggio genovesi, risulta infatti inadeguata al mercato. Il bacino avrà una lunghezza utile di 340 metri, una larghezza di 65 ed una profondità di platea di 12,50 metri. Addirittura più corta (300 metri) la vasca galleggiante di seconda mano in vendita a Le Havre, su cui Ente Bacini avrebbe posato gli occhi. Delle due l’una: o si allunga il bacino o si tagliano una sessantina di metri all’Emma Maersk e alle navi della stessa classe.

Possibile un errore così evidente? Va bene che il presidente dell’Authority, Novi, negli anni scorsi bollava come “fantasie giornalistiche” l’annuncio dell’invasione dei bisonti del mare. Ma alla luce dei fatti e delle commesse ai cantieri asiatici da parte delle maggiori multinazionali dello shipping, gli addetti ai lavori di Palazzo San Giorgio avrebbero potuto fare qualche conto.

Il problema è che il progetto è già stato consegnato al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Senza pensare che un altro potente gruppo che scala regolarmente Vte, cioè Hapag-Lloyd, ha ordinato otto portacontainer da 8.750 teu ai cantieri coreani Hyundai, da destinare al servizio Far East-Europa. Le prime due saranno consegnate nel dicembre 2009. Le nuove portacontainer sono lunghe 335 metri. Improbabile che gli operai delle riparazioni navali possano muoversi nei rimanenti cinque metri di spazio.
euge1893
00martedì 22 aprile 2008 19:22
da shippingonline.ilsecoloxix.it
22 aprile 2008
mariotti e san giorgio
alleati a genova nel superpolo navale

Genova. I marchi rimarranno separati, ma l’obiettivo sarà comune: fare di Genova il principale polo navalmeccanico del Mediterraneo. Dopo 80 anni di storia e di concorrenza (talvolta «molto aspra», come hanno ammesso ieri gli stessi protagonisti), Mariotti Spa (nella foto i cantieri) e San Giorgio del Porto Spa si uniscono e danno vita alla holding “Genova Industrie Navali”. Trecento dipendenti diretti e 1.200 occupati nell’indotto, il polo cantieristico che nascerà dalla partnership fra Mariotti (leader mondiale nella costruzione di navi da crociera superlusso) e San Giorgio (uno dei principali player internazionali nel settore delle riparazioni e trasformazioni navali) si estenderà a Genova su una superficie di circa 53.000 metri quadri, di cui 15.000 al coperto. A questi spazi si aggiungeranno altri 50.000 metri quadri e 200 metri di banchine realizzati a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, da Cimar costruzioni navali (società partecipata al 50% da Cimolai Spa e al 50% da Mariotti Spa).

L’operazione è stata presentata nella sede genovese di Confindustria. «Le trattative sono durate un anno - ha svelato Marco Bisagno, presidente di Mariotti e degli industriali genovesi - e non esiterei a definire l’accordo storico. Tanto per iniziare abbiamo deciso di mantenere i due marchi che, proprio quest’anno, compiono 80 anni. Per la holding, invece, la proprietà sarà unica». Attirare investimenti su Genova, fornire un servizio ancora più completo, incrementare l’occupazione: questi gli obiettivi. «Vogliamo essere ottimisti - ha detto Bisagno - perché c’è motivo di esserlo. San Giorgio è un player internazionale nel settore delle riparazioni navali, con importanti clienti in tutto il mondo, dall’America all’Africa. Mariotti, invece, costruisce navi da crociera di lusso e mega-yacht. Sono due aziende di medie dimensioni, con una storia importante e clienti di primissimo ordine».

L’operazione, ha sottolineato Bisagno, ha prima di tutto un significato politico. «È una risposta a chi, in questi anni, ha dipinto Genova come la città dei litigi. A Genova litighiamo quando c’è motivo per farlo: per il resto, siamo abituati alla concretezza». «Il bagaglio tecnico e di know-how che c’è in questa città non esiste da nessun’altra parte - ha aggiunto Bisagno - Basta chiederlo agli armatori. Da questo punto di vista, Genova Industrie Navali si presenta come una solida struttura da combattimento. Certo: il momento non è dei migliori, c’è una crisi mondiale che colpisce tutti. Ma siamo certi che Genova, per le costruzioni e riparazioni navali, può continuare a guardarsi intorno a testa alta». Anche se con un po’ di preoccupazione: «Continua a mancare la famosa sesta vasca, il bacino destinato ad accogliere le navi più grandi» ha spiegato Ferdinando Garrè, numero uno di San Giorgio . Un handicap che Bisagno ha definito «impressionante»: «Ne parliamo da dieci anni, ma dalle istituzioni non è mai arrivato un segnale positivo. Ora speriamo che Luigi Merlo, il cui programma è molto ambizioso, non ci deluda. Senza quell’opera, non potremo mai essere un porto leader». «Coinvolgere nuovi partner nell’iniziativa? Non escludiamo nulla, a patto che si tratti di aziende che condividano il nostro spirito e la nostra strategia».

Francesco Ferrari
em66
00giovedì 3 giugno 2010 10:46
erugby
00venerdì 21 gennaio 2011 22:47
9 luglio 1997, solo 13 anni e mezzo fa [SM=g27993]

articolo Corriere

" VENDUTO IL SUPERBACINO GALLEGGIANTE, Ai turchi un pezzo di Genova.Progettato trent'anni fa per dare a Genova un bacino galleggiante per la riparazione delle superpetroliere, e' diventato invece un monumento allo spreco: dopo aver succhiato oltre 100 miliardi di risorse pubbliche (e continua a costare 700 milioni all'anno di manutenzione), non e' mai stato completato, perche' nel frattempo riparare superpetroliere in Italia e' diventato diseconomico, per la competizione dei cantieri di Singapore e della Corea del Sud (e oggi anche di Dubai, Turchia e Cina). Insomma, il superbacino e' diventato una cattedrale nel deserto del porto di Genova "
Trammax
00sabato 22 gennaio 2011 08:57
Grazie Fabio...ogni tanto fa bene rinfrescarsi la memoria...
naturalmente "il nuovo progetto è mirato & studiato, malgrado la crisi, in Europa stanno sorgendo dappertutto cantieri navali (e solo i biechi disfattisti pensano che in India e in Corea facciano le stesse cose a condizioni più vantaggiose), il nuovo superbacino è un indiscusso veicolo di sviluppo e chi critica è un talebano nemico del progresso"...dove l'ho gia sentita questa? La storia si ripete... [SM=g27996]
ralco
00sabato 22 gennaio 2011 10:05
La cosa triste di questa vicenda è la totale mancanza di una programmazione seria. Si fa un superbacino e, nel tempo in cui lo si costruisce, si scopre che le superpetroliere non ci sono più, e lo si svende incompleto.
Una decina di anni dopo, la storia riprende, stavolta motivandola con i lavori di riparazione per le navi da crociera, ma a me sembra che sia soprattutto Mariotti a volere un bacino per essere indipendente nella costruzione navale.
Stiamo quindi ipotizzando di far crescere ancora un cantiere navale in centro (Mariotti), quando abbiamo seri dubbi sulla sopravvivenza di quello Fincantieri di Sestri. Ma perchè, se ha mercato, Mariotti non si trasferisce a Sestri?

Ho sempre pensato che la stessa esistenza dell'erea riparazioni e del cantiere Mariotti in pieno centro città tra due zone "ludiche" quali Fiera e Porto antico fosse un controsenso, retaggio di scelte passate, e che dovesse un giorno, magari non vicino, essere rimediata, riallocando a ponente l'area delle riparazioni. Operazione certamente onerosa, visto che andrebbero ricostruiti anche i bacini di carenaggio alle Grazie, ma da prevedere a Piano Regolatore.
E invece che si fa? Altro mostro, peggio di quello che gìà c'era, di fronte a quella che un tempo era una delle più spettacolari strade panoramiche di Genova.

@Trammax quelle che sono destinate sempre più ai cantieri orientali sono le nuove costruzoni navali (in Europo si fanno oramai quasi solo le navi ad alta tecnologia, quali le cruise o le militari, le portacontainer o le petroliere le fanno in Cina, o Corea, o Vietnam). Di qui la crisi, secondo me irreversibile, di cantieri come quello di Sestri, visto che più di tanti cantieri il mercato non ne alimenta.

Le riparazioni devono invece essere allocate vicino alle rotte percorse e, quindi, anche in Mediterraneo. Ma essendo generalmente un mestiere pure meno qualificato della costruzione, i concorrenti stanno, ad esempio, in Egitto e Turchia; lo stesso cantiere Fincantieri di Palermo è logisticamente meglio posizionato di Genova.
Trammax
00sabato 22 gennaio 2011 11:15
Appunto, Luigi: a parte l'esperienza fallimentare di un passato neanche remoto, credo che qui a Genova si ragioni in termini di pura improvvisazione, ancor più che di mancata pianificazione.

Io non sono particolarmante disturbato dallo status quo, cioè dalla presenza delle riparazioni navali in pieno centro: d'altro canto non vedo neanche così immediata la riconversione a fini turistici (intendendo con questo qualcosa diverso dal prevedibile porticciolo-parcheggio) di un'area così vasta.

Ma sono allarmato dal fatto che, invece di ristrutturare i bacini delle Grazie (ex OARN), che ne avrebbero bisogno, si pensi a creare una megastruttura sovradimensionata e poco flessibile, con un futuro che rimane comunque gravido di incognite: come hai accennato, paesi mediterranei più favoriti logisticamente ed economicamente concorrenziali (in primis la Turchia, ma domani anche Malta, Cipro, i paesi del Maghreb, la Siria) possano conquistare anche il mercato delle riparazioni e degli allestimenti.

Di più: non so neanche se una struttura di quel tipo convenga anche a Mariotti, stante la fluidità della situazione.
em66
00lunedì 18 febbraio 2013 12:18
Articolo sul sito genovese di Repubblica
Superbacino, l'ora dell'addio il porto adesso cambia rotta
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