GIUSEPPE UNGARETTI

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
gioiaedolore
00giovedì 17 agosto 2006 20:07
DI LUGLIO

Quando ci si butta lei,
si fa d'un triste colore di rosa
il bel fogliame.

Strugge forre,beve fiumi,
macina scogli,splende,
è furia che s'ostina,è l'implacabile,
sparge spazio,acceca mente,
E'l'estate e nei secoli
con i suoi occhi calcinati
va della terra spogliando lo scheletro.

fin
fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:02
Da "L'allegria"

Agonia

Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato

fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:03
Veglia

Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:03
Fratelli


Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli



Mariano il 15 luglio 1916
fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:04

San Martino del Carso


Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato




Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:05
Mattina

M'illumino
d'immenso.



Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:05
Allegria di naufragi



E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare




Versa il 14 febbraio 1917
fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:06
Soldati


Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.



Bosco di Courton luglio 1918


fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:07
La madre
1930

E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia.
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.

[Modificato da fiordineve 18/08/2006 3.08]

fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:08
Dove la luce
1930

Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.

Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.

L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo
fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:09

Da "Il dolore"

Giorno per giorno

1940-1946



4
Mai, non saprete mai come m'illumina
L'ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più...

7
In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null'altro vedano
Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...

8
E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto

9
Inferocita terra, immane mare
Mi separa dal luogo della tomba
Dove ora si disperde
Il martoriato corpo...
Non conta... Ascolto sempre più distinta
Quella voce d'anima
Che non seppi difendere quaggiù...
M'isola, sempre più festosa e amica
Di minuto in minuto,
Nel suo segreto semplice...

13
Non più furori reca a me l'estate,
Né primavera i suoi presentimenti;
Puoi declinare, autunno,
Con le tue stolte glorie:
Per uno spoglio desiderio, inverno
Distende la stagione più clemente!...








fiordineve
00venerdì 18 agosto 2006 03:10
TUTTO HO PERDUTO

da IL DOLORE - da TUTTO HO PERDUTO



Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.

L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.

Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.

Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.


1937

gioiaedolore
00venerdì 18 agosto 2006 14:59
GRAZIE FIORE X AVERCI FATTO PARTECIPE DI TUTTO QUESTO,SPLENDORE
:) :) ALE
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:05.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com