Fa Piu' Paura Soffrire O Morire?

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Matuelle
00venerdì 14 gennaio 2005 08:28
Una domanda complessa.........
Fa Piu' Paura Soffrire O Morire?

Si dice che la sofferenza serve per maturare per crescere per temprarsi. Ma quanti in realtà riescono ad accettare l'evolversi complessa della vita con tutto ciò che ci fa conoscere, compreso le sofferenze.
Chi riesce a guardare avanti a non aver paura di mettersi in gioco, e di soffrire, di rialzarsi ogni qual volta cade, non ha paura, o se ne ha, l'affronta con dignità.

Chi teme la sofferenza forse teme anche la morte.

MA spesso, purtroppo, molti affrontano il suicidio per paura della sofferenza, temono che il loro percorso sia sempre lastricato da essa, ma non hanno paura di affrontare la morte che li renderà liberi dal sofferenza.

Secondo voi fa più paura soffrire o morire??

DeiDelittieDellePene
00venerdì 14 gennaio 2005 16:23
A me fa + paura morire;mi sono trovato in situazioni particolari e mi son ****** sotto.da allora meglio soffrire e ki scegli di finirla oltre ke egoista ed arrendevole ha cmq 2 ***** da elefante x lanciarsi nell'ignoto.
Marib
00venerdì 14 gennaio 2005 18:18
Interessante quesito Mat...
Ricordo una sera di tanti anni fa.
Mai piu' ho sofferto come in quella giornata che stava finendo. Ero nel mio letto. Mia madre non ha voluto lasciarmi sola quella notte. Ed io non dormivo. Era buio. Ed io con gli occhi chiusi cercavo di svegliarmi dall'incubo di una sofferenza infinita, indescrivibile ed ancora adesso inaccettabile.
Ed il mio pensiero era fisso in una mensola della cucina. Li' qualcuno aveva posato la boccetta di tranquillanti. Per passare la notte poche gocce... tutte le altre erano ancora dentro alla bottiglietta. Io la vedevo con la sofferenza del mio cuore.
Quante volte ho tentato di alzarmi ed arrivare in cucina.
Piu' soffrivo e piu' mi immaginavo con il liquido dentro di me.
Non ho dormito quella notte e non mi sono mai alzata dal letto...

La sofferenza non è mai passata, ma ormai la so riconoscere... la so superare... la so affrontare con o senza dignita'...
Ma non so cosa mi frenò quella notte dall'alzarmi... non era paura... o forse si'...

Mi spiace... non ho saputo risponderti!!
Priapo33
00venerdì 14 gennaio 2005 19:29
Secondo me è più facile morire che soffrire.
Vedi basta lasciarsi andare all'inedia, all'alcool, al suicidio, all'anoressia, al non aver più voglia di vivere, quindi lasciarsi morire senza reagire.
Il soffrire per crescere, per maturare, per farsi le "palle" e continuare la ns. strada ritengo che non sia un percorso per pochi eletti, ma anzi, ritengo che tutti lo facciano perchè "o mangi questa minestra o salti dalla finestra" non conosco le percentuali dei suicidi, ma non credo che superino le nascite o l'alzamento dell'età statisticamente mortale. Forse è che quando si arriva ad una rottura di scatole della propria esistenza non si ha nemmeno più voglia di ricominciare o continuare perchè spesso ci si pone le domande "ma chi me lo fa fare?" "ma cambierebbe qualcosa?" "ormai". E' quell'"ormai" segno di rassegnazione del nostro nn voler più continuare un'esistenza, a ns. avviso, non più vivibile perchè riteniamo di non avere più obiettivi da raggiungere, e questo è un male, secondo me, ma non hai più voglia di combattere, di costruire, di sbatterti ecc.ecc., quindi non hai più voglia di "soffrire" per crescere, maturare.....non te ne frega più niente. Allora la cosa più semplice è......non continuare, mollare.
Priapo33
00venerdì 14 gennaio 2005 19:33
Re:

Scritto da: Marib 14/01/2005 18.18
Interessante quesito Mat...
Ricordo una sera di tanti anni fa.
Mai piu' ho sofferto come in quella giornata che stava finendo. Ero nel mio letto. Mia madre non ha voluto lasciarmi sola quella notte. Ed io non dormivo. Era buio. Ed io con gli occhi chiusi cercavo di svegliarmi dall'incubo di una sofferenza infinita, indescrivibile ed ancora adesso inaccettabile.
Ed il mio pensiero era fisso in una mensola della cucina. Li' qualcuno aveva posato la boccetta di tranquillanti. Per passare la notte poche gocce... tutte le altre erano ancora dentro alla bottiglietta. Io la vedevo con la sofferenza del mio cuore.
Quante volte ho tentato di alzarmi ed arrivare in cucina.
Piu' soffrivo e piu' mi immaginavo con il liquido dentro di me.
Non ho dormito quella notte e non mi sono mai alzata dal letto...

La sofferenza non è mai passata, ma ormai la so riconoscere... la so superare... la so affrontare con o senza dignita'...
Ma non so cosa mi frenò quella notte dall'alzarmi... non era paura... o forse si'...

Mi spiace... non ho saputo risponderti!!



La tua, mi sembra di capire, che è una sofferenza morale e diviene scoglio da superare con la volontà nella reazione, ma può portare anche all'estremo atto del suicidio. Per fortuna non sei arrivata in cucina[SM=g27811]
eliana80
00venerdì 14 gennaio 2005 22:48
Io ho più paura della morte.. [SM=g27813]
Marib
00venerdì 14 gennaio 2005 23:05
Re: Re:

Scritto da: Priapo33 14/01/2005 19.33


La tua, mi sembra di capire, che è una sofferenza morale e diviene scoglio da superare con la volontà nella reazione, ma può portare anche all'estremo atto del suicidio. Per fortuna non sei arrivata in cucina[SM=g27811]



No Priapo... la mia sofferenza deriva da un fatto assoluto... di quella giornata che non dimentichero' mai piu' per il resto della mia vita... ed in quella notte ho compreso "il danno" che ho subito... posso sopravvivere a tutto.
Non mi spaventa la morte... anzi, sarebbe solo liberazione... ma se non sono riuscita ad assecondarla quella notte... nulla mi portera' a procurarmela oggi e ne mai... [SM=g27811]
discovolante34
00sabato 15 gennaio 2005 09:14
Beh la morte non mi fa paura....ma la sofferenza si.
Mi fa paura la sofferenza fisica e anche quella psichica, mi fa paura la vecchiaia, la solitudine, le malattie e le prigioni della mente.
Ogni volta che supero uno stato di sofferenza divento più forte e fino ad ora è andata sempre bene, ma non è detto che un giorno la vita mi non resirvi una dura battaglia da cui potrei uscire sconfitto, ma non per questo rinuncierò a vivere.
TheCrowRoma
00sabato 15 gennaio 2005 11:18
La sofferenza è sempre una molla alla crescita. Se l'accetti diviene tua amica e diviene meno sofferenza, se la combatti ti diviene ancor più nemica e quindi più difficile da sopportare.
Viandantedelmondo
00martedì 18 gennaio 2005 06:34
Re:

Scritto da: TheCrowRoma 15/01/2005 11.18
La sofferenza è sempre una molla alla crescita. Se l'accetti diviene tua amica e diviene meno sofferenza, se la combatti ti diviene ancor più nemica e quindi più difficile da sopportare.



Che si cresce e si matura attraverso la depressione, attraverso la tristezza ed attraverso il dolore, non attraverso la maniacalità.
Questo è un processo di crescita che abbiamo fatto tutti attraverso la sofferenza, attraverso l'elaborazione delle frustrazioni siamo cresciuti, siamo diventati degli adulti.
Questo succede normalmente a noi,succederà ai nostri figli, ma ci sono dei casi in cui il dolore è troppo forte, troppo grande, ed allora non si riesce a contenere e non si riesce ad elaborarlo.
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