Ecco una storia di una mia carissimissima amica... è la pria ke ha fatto...

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°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:50
« Dai Cla, prendila al volo! »
Il ragazzo lanciò la pallina da baseball in direzione di sua sorella Claudia, ma lei era troppo concentrata sul libro di avventure magiche che aveva scritto sua madre per accorgersene e non la prese. La pallina colpì il libro e rotolò sotto la siepe che contornava il giardino.
« Complimenti! » disse in tono seccato Claudia, senza nemmeno alzare lo sguardo dal libro « Ora valla a prendere! »
« Nemmeno per sogno! » le rispose il fratello, spostandosi i capelli biondi dagli occhi « Tu non l’hai presa e tu la recuperi! Io non sono il tuo servo! »
Il ragazzo attese qualche istante che sua sorella si muovesse, ma visto che lei non sembrava averne alcuna intenzione, andò lui a prendere la pallina. Appena toccò la pianta sotto la quale era sparita, si sentì risucchiare.
« Ah! Ma che … »
« Che cosa c'è adesso, Ben? » chiese la ragazza annoiata. Si voltò e rimase a fissare la siepe per qualche istante.
« Si può sapere dove ti sei cacciato? Non ho tempo per giocare. E poi ormai hai 14 anni, non sei un po’ grande per questi giochi? Cresci una buona volta! » Non ricevendo nessuna risposta, Claudia prese la sua borsa a tracolla e rimise al suo posto il libro. Dopo di che si alzò e si avvicinò anche lei alla siepe. Mise una mano sulla pianta, per spostare il ramo e recuperare la pallina di suo fratello e avvertì una strana sensazione. Le sembrava di sprofondare in qualcosa di caldo e piacevole. In meno di qualche secondo si ritrovò in un posto che non aveva mai visto prima. C’erano immense piante con foglie giganti e dalle forme strane. C’era erba da tutte le parti, niente strade, niente case, solo alberi in tutte le direzioni. Guardandosi attorno vide che si trovava su una collina. In lontananza si riusciva a scorgere il mare, più azzurro e più limpido che mai. Gli uccelli che volavano nel cielo sopra di lei erano i più grossi e strani che avesse mai visto. Si sentivano strani versi, che non appartenevano a nessuno degli animali conosciuti ai giorni nostri. I cespugli più piccoli avevano i tronchi e i rami grandi quanto quelli di un fico adulto.
A pochi metri da lei c’era Ben, che si guardava attorno confuso, la pallina da baseball stretta in mano.
« Se non lo vedessi con i miei occhi non ci crederei mai! » disse Claudia dopo essersi avvicinata a lui.
« Cla, ma dove siamo? » le chiese lui, gli occhi verdi spalancati.
« … non vorrei dire una cavolata, ma … quelle piante sono del Mesozoico! … Per esserne sicura però, dovrei vedere qualche dinosauro. Allora ti potrei dire di più, tipo il periodo… »
In quello stesso istante dai cespugli dietro di loro sbucò qualcosa. Sentendo il rumore i ragazzi sussultarono. Si voltarono lentamente e guardarono che cos’era la cosa che li aveva spaventati. Entrambi lanciarono un urlo e caddero all’indietro.
« Ti … ti basta quella genio? » chiese Ben a sua sorella, che nonostante avesse 15 anni, sapeva tutto dei dinosauri. Claudia era quasi meglio di un’enciclopedia. Da anni la ragazza leggeva solo libri su magie e dinosauri. A scuola la prendevano tutti in giro, ma a lei non importava. La sua era una passione, e non un’ossessione, come sostenevano tutti. L’unico a pensarla come lei era suo fratello Benjamin.
« Certo che mi basta! Questa è una coda! »
« Già, fino a qui c’arrivavo anch’io! Di … di che dinosauro è, miss esperta? »
Claudia si alzò e si avvicinò con cautela alla coda, che era lunga e chiara. Avvicinò la mano, come per toccarla, ma non la sfiorò nemmeno.
« Credo sia un Anatosauro, o sauro a becco d’anatra. Viveva nel Cretaceo… »
« Come sarebbe a dire "credo"?! »
L’animale si mosse e la ragazza corse a nascondersi al fianco del fratello, dietro ad un albero. I due si guardarono in faccia, spaventati.
« Ma scusa, questo Anatocoso, mica era erbivoro? » Claudia annuì e sbirciò dietro alla pianta, per vedere se il dinosauro era ancora li. Non vedendolo, si alzò in piedi e uscì dal nascondiglio, seguita dal fratello. Ben aveva ancora gli occhi spalancati. Dopo un paio di passi, Claudia si bloccò. Ben le chiese cos’aveva, ma tutto quello che lei gli disse fu di fare silenzio. Lui restò zitto. Solo allora sentì il fruscio delle foglie. Forse si stava avvicinando un altro dinosauro. Claudia cercò di capire da che direzione arrivava il rumore, ma non ci riuscì.
« Ehi, voi! Chi siete? » chiese improvvisamente qualcuno. Claudia e Ben saltarono in aria dallo spavento e si girarono di scatto. Dalla boscaglia uscì una ragazzina poco più piccola di loro. I due si guardarono in faccia, sorpresi. Come faceva quella ragazza, che indossava una salopette di jeans e una maglietta rossa ad essere nel Cretaceo? Gli uomini delle caverne sono arrivati molto tempo dopo, e comunque non indossavano altro che pelli!
« Che cosa c’è? Avete perso la lingua? »
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:50
« N-no, è solo che … siamo un po’ confusi. Se siamo nel Mesozoico, come fai tu ad essere qui? E se siamo nel nostro tempo, come fanno ad esserci queste piante e i dinosauri? … Ah, non ci capisco più nienteeeee!!!!!!! » disse Ben, urlando l’ultima frase e portandosi le mani alla testa.
Sul volto della ragazzina si dipinse un sorriso rassicurante. Poi chiese ai due se erano appena arrivati li. Ben non aprì bocca, e Claudia la guardò incuriosita, dopo di che le disse:
« Si. Da meno di mezz’ora. Comunque non ci capisco niente nemmeno io. Puoi spiegarci dove siamo e tutto il resto? » La ragazzina annuì e li invitò a seguirla. Durante il cammino spiegò loro come lei e i suoi fratelli si erano trovati li.
« … quindi se ho capito bene questo è un mondo parallelo o qualcosa di simile, giusto? »
« Esatto. Io e i miei fratelli ci siamo ritrovati qui un paio di settimane fa, ma non mi preoccupo. A quanto mi hanno detto, qui il tempo scorre diversamente. Mentre sulla terra passa un giorno, qui passa un mese circa. A proposito, non vi avevo chiesto chi siete? »
« Già, scusa! » le disse Claudia. Ben era troppo concentrato a calcolare quando la madre si sarebbe accorta della loro sparizione.
« Io mi chiamo Claudia. Lui invece è il mio fratellino Benjamin. Se vuoi puoi chiamarlo Ben, come tutti. E tu? Come ti chiami? »
« Leyla. »
Dopo un’altra decina di minuti di cammino intravidero un porto con dei galeoni, ma non vecchi e decadenti come quelli che si trovano al giorno d’oggi. Questi erano ancora in ottimo stato, quasi fossero nuovi. Proseguirono lungo l’alta scogliera che costeggiava la foresta, e raggiunsero una piccola radura. All’estremità opposta c’era una grotta.
All’entrata Leyla si fermò e disse ai gemelli che quello era il loro punto di ritrovo. Claudia e Ben ammirarono a bocca aperta la caverna. Era immensa, ben riparata dagli alberi, che ne coprivano quasi tutta l’entrata con le foglie, e fornita d’acqua, infatti, c’era un ruscello che scorreva alla sua destra. All’improvviso una voce riecheggiante, proveniente dal fondo della grotta urlò:
« Leyla, si può sapere cosa ti passa per la testa? Perché hai portato qui quei due? Non sappiamo nemmeno chi sono! »
« Rilassati David, anche loro si sono ritrovati qui misteriosamente. Piuttosto vieni fuori che te li presento! »
Dall’oscurità della grotta apparve un ragazzo alto, bello, con i capelli castani e gli occhi di un marrone scurissimo, quasi nero. Sembrava avere all’incirca l’età di Claudia, forse qualche anno in più. Claudia rimase imbambolata a fissarlo finché Leyla non gli chiese dov’erano Kyle e l'altro loro fratello.
« Li ho mandati a prendere una nave. Leviamo l’ancora tra dieci minuti. Se voi volete venire con noi, fate pure. Io non vi fermerò di certo. … Un uomo, prima, mi ha detto che in mezzo alla barriera corallina che racchiude questa laguna c’è un passaggio che dovrebbe farci passare da una dimensione all’altra, e quindi dovremmo riuscire a tornare a casa. Niente è assicurato, però! »
Claudia fece immediatamente segno di sì con la testa. Non si sarebbe persa un viaggio con quel ragazzo da sogno nemmeno per tutto l’oro del mondo! Lentamente, con tutta calma, i quattro ragazzi si avviarono alla volta del porto. Lì salirono su di un piccolo vascello, una specie di galeone in miniatura. Come spiegarono le vele e partirono, un uomo corse nella loro direzione, lungo il pontile, nella speranza di acchiapparli.
« Fermi! Fermatevi! » urlava, ma ormai era troppo tardi. Il vento era favorevole, e la piccola imbarcazione si allontanava velocemente.
Il ragazzo da sogno si mise al timone e non si mosse di lì per tutto il viaggio. Claudia si sedette a prua e si rimise a leggere il libro di sua madre. Ben si appoggiò all'albero della nave, tirò fuori dalla tasca il suo adorato yo-yo e cominciò a giocarci. Leyla si sedette al fianco di Claudia e le chiese di raccontarle brevemente la storia, di modo che potesse leggere anche lei quel libro. Marc, il fratellino più piccolo di Leyla, di appena quattro anni, sembrò essere rimasto ipnotizzato dal modo di usare lo yo-yo di Ben. Non staccava più gli occhi dal dischetto di legno. Kyle invece era appoggiato alla balaustra, sul cassero, di fianco a David. Anche lui era molto carino, anche se aveva solo undici anni. Aveva occhi e capelli chiari, era piuttosto piccolo e magro, per la sua età, era sempre sorridente e allegro, ed era muto. Questo però non gli creava problemi: riusciva a farsi capire alla perfezione da tutti semplicemente usando dei gesti, anche usando un braccio solo, dato che l’altro era ingessato e appeso al collo. Claudia si chiese più volte come potesse esserselo rotto, ma non osò mai domandarlo direttamente a lui. Non sapeva perché aveva paura di farlo; forse temeva che lui potesse risponderle che non erano affari suoi!
Come la piccola imbarcazione raggiunse la barriera, una forte luce dorata si sprigionò dai coralli e avvolse completamente la nave. Quando la luce svanì, i ragazzi si trovarono su di una spiaggia tropicale, con palme gigantesche e fitti cespugli.
« Dove … dove diamine siamo finiti ora? » chiese Ben.
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00lunedì 5 luglio 2004 21:50
Claudia e Leyla non gli risposero. Corsero entrambe verso la fitta vegetazione e si fermarono di colpo quando si accorsero che gli altri non le stavano seguendo. Allora si voltarono e chiesero in coro:
« Beh? Che aspettate? Avete intenzione di restarvene lì tutto il giorno? »
A quel punto i ragazzi le raggiunsero e tutti assieme sparirono nella fitta vegetazione.
Dopo nemmeno cinque minuti di marcia, sentirono degli strani rumori. Provenivano dagli alberi che li circondavano. Claudia si immobilizzò di colpo.
« Cosa succede sorellina? Perché ti sei fermata?» chiese Ben.
« Credo … che siamo circondati. Ci sono cinque Deinonychus imboscati tra questi alberi. »
« Deinocosa? » chiesero Leyla e David contemporaneamente.
« Deinonychus. Sono dinosauri con un grosso artiglio sul dito medio e il cui nome significa "Terribili artigli" » rispose prontamente Claudia. « Sono carnivori, quindi mi sorprende che non ci abbiano ancora attaccati … » Claudia impallidì. Aprì svelta la sua borsa e estrasse il libro. Lo aprì e cominciò a sfogliarlo.
« Claudia, cosa stai facendo? » chiese Leyla. Le tremava la voce.
« Sto cercando questa scena! … Ma dov'è? Sono sicura di averla letta, qualche giorno fa!»
« Claudia? Sei sicura di sentirti bene? » le chiese preoccupato Ben. Il piccolo Marc si era attaccato ai jeans di suo fratello, e piagnucolava. Kyle si guardava attorno, molto agitato.
« Eh? … Ah … lasciamo perdere! » Claudia chiuse il libro e lo ripose nuovamente nella borsa. Poi restò qualche secondo in silenzio.
« Correte! » urlò all'improvviso.
I ragazzi non se lo fecero ripetere: David prese il suo fratellino in braccio e corsero via tutti. Proprio mentre si allontanavano, cinque Deinonychus sbucarono dagli alberi e li rincorsero. Leyla subito chiese:
« Ehi, come mi spiegate che questi cosi sono vestiti? »
« Non ne ho idea e non ho intenzione di stare qui a scoprirlo ! » disse Claudia, accelerando.
Dopo qualche minuto di corsa disperata, i ragazzi dovettero fermarsi: dritto di fronte a loro sorgeva una montagna circondata da nuvole nere e fulmini blu, probabilmente un campo magnetico per tenere lontani gli ospiti indesiderati.
All'improvviso, oltre al rumore dei cinque Deinonychus che li inseguivano, sentirono dei passi provenienti da dentro alla montagna. I ragazzi, d'istinto, si nascosero tra le piante e attesero. Marc era terrorizzato e piangeva, stringendo la T-Shirt di David, che lo strinse forte a sé, cercando di calmarlo. Kyle era rannicchiato dietro un cespuglio, il braccio destro, quello sano, stretto attorno alle gambe. Si stava dondolando avanti e indietro e delle lacrime gli rigavano le guance. Claudia, vedendolo così, si avvicinò con cautela a lui e lo abbracciò. Ben e Leyla, che stavano sbirciando fuori dai cespugli, si abbassarono di scatto trattenendo il respiro. I Deinonychus stavano passando proprio davanti al loro nascondiglio, senza accorgersi della loro presenza.
In quella specie di vulcano si aprì un passaggio dal quale uscirono degli altri Deinonychus vestiti e armati fino ai denti, che si scontrarono con i primi. Subito gli strani esseri emisero strani versi e cominciarono a correre verso la spiaggia.
Appena i dinosauri furono spariti dalla loro vista, i ragazzi scattarono fuori dai cespugli e attraversarono la porta che si era aperta nella montagna. Fecero appena in tempo: la porta si richiuse subito dietro di loro.
All'interno della montagna era tutto asfaltato: sembrava di essere in una base militare, come quelle che si vedono nei film. L'unica differenza stava nel fatto che al posto dei soldati c'erano dei dinosauri!
I ragazzi percorsero un lungo corridoio, illuminato da alte lampade al neon, che li condusse ad una "rampa a chiocciola". Lì Claudia, che era in capo al gruppo, si fermò di scatto. Per poco gli altri non le sbatterono contro.
« Che hai Claudia? » le chiese Ben, vedendola piuttosto tesa.
« Beh, » disse Claudia, sospirando « so che non mi crederete, ma… ho la netta sensazione di aver già visto tutto questo. Si, insomma, il passaggio attraverso la barriera, i dinosauri vestiti che corrono lenti come lumache … credo che stiamo vivendo la storia raccontata nel libro della mamma, Ben..! » I ragazzi scoppiarono a ridere.
« Ehi, Ben, ma sei proprio sicuro che non è matta? »
Claudia incrociò le braccia e assunse un'aria molto offesa, dopo di che voltò lo sguardo dall'altra parte.
« Dai Claudia, devi ammettere che non è facile da accettare quando uno ti dice che sei dentro ad un libro! »
Claudia si voltò di scatto, lo sguardo infuocato. Si sentiva bruciare in viso.
« Io non ho mai detto che siamo dentro ad un libro! Ho solo detto che stiamo vivendo l'avventura raccontata! Ho detto che ci stanno accadendo le cose che succedono ai personaggi del libro, anche se loro erano solo tre! Non ho mai detto che noi siamo diventati i personaggi del libro! »
Scattò subito su per la rampa, correndo. Gli altri ragazzi si guardarono in faccia, poi ricominciarono a ridere.
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:51
Gli occhi di Claudia, quando sentì lo scroscio di risate proveniente da dove si trovavano i suoi amici, si riempirono di lacrime. Trovò una stanza aperta su quel piano e vi s'infilò dentro. Lì, rannicchiata in un angolo, scoppiò a piangere.
Ben e gli altri, vedendo che Claudia non tornava giù, decisero di andare a vedere dove si era cacciata. Salirono per la rampa e si fermarono nuovamente. Il corridoio di quel piano era completamente vuoto. Non c'era anima viva. Nessuna traccia di Claudia. Fu il piccolino, Marc, a sentire i singhiozzi di Claudia provenienti da una porta chiusa, sulla sinistra. Lo disse subito agli altri, ma loro non gli cedettero.
« Sai, Marc, non credo che Claudia sia tanto sciocca da nascondersi dietro una di queste porte … »
David mise per terra il piccolo Marc e propose di salire al piano superiore a cercarla. Lui, Kyle, Ben e Leyla partirono di corsa, ma Marc restò dov'era. Appena i quattro non furono più in vista, corse verso la porta della stanza dov'era nascosta Claudia e la aprì. Appena dentro, vide Claudia. Allora chiuse la porta e le si sedette accanto.
« Non piangere! » le disse « Se piangi le lacrime scappano! »
Claudia lo guardò, quasi divertita da quell'affermazione.
« Non mi credono anche a me. Ho detto a David che ti eri nascosta qui, ma lui mi ha detto che non era possibile! Ma invece tu ti sei nascosta qui! » continuò Marc, e poi abbracciò Claudia, che pian piano smise di piangere.
All'improvviso, un urlo riecheggiò per tutta la base dei dinosauri.
« Ben..! » disse Claudia, sottovoce, gli occhi spalancati. Altre grida si unirono alle prime. « I dinosauri hanno catturato Ben e gli altri! »
Marc si alzò e fece per correre verso la porta, ma Claudia lo fermò e lo costrinse a fare silenzio. Un dinosauro stava passando proprio davanti alla porta. Se li avesse visti o sentiti, non avrebbero avuto scampo. Invece, se restavano liberi, potevano salvare i loro fratelli e Kyle e scappare da quel posto.
Appena il dinosauro si fu allontanato, Claudia lasciò andare Marc. Il bambino aveva gli occhi pieni di lacrime.
« Io voglio andare da Leyla e David..! » piagnucolò.
« Ora non possiamo, Marc. I dinosauri li hanno rinchiusi da qualche parte, e noi dobbiamo liberarli. » Marc fece per correre nuovamente verso la porta, ma Claudia gli afferrò un braccio.
« Non possiamo agire subito, Marc. Prima dobbiamo sapere dove li hanno messi! Aspettiamo ancora un po', d'accordo? » il bambino annuì. Claudia lo abbracciò, stringendolo forte.
Rimasero nascosti in quella stanza per più di tre ore, poi Claudia sentì dei colpi e delle voci familiari provenire dalla stanza sopra la loro. Qualcuno stava urlando il suo nome… era Ben!!
Claudia prese in braccio Marc e gli disse di fare silenzio, che andavano a liberare i loro fratelli e Kyle, e che non dovevano farsi prendere dai dinosauri. Con cautela, Claudia uscì dalla stanza e raggiunse la rampa. Salì fino al piano di sopra e cercando di non fare rumore, raggiunse la stanza. C'era una specie di finestrella, sulla porta, ma era molto in alto. Lei non arrivava a vedere dall'altra parte. Allora disse a Marc di guardare dentro e vedere se c'erano gli altri. Sollevò il bambino più in alto che poteva e attese.
« Si, sono tutti qui! » disse il piccolo. Allora Claudia aprì la sua borsa a tracolla e prese una sottile molletta per capelli. La aprì e la infilò nel buco della serratura della porta.
« Che cosa stai facendo? » le chiese Marc.
« Provo ad aprire la porta! » rispose lei « Nei film funziona sempre … e anche nel libro che sto leggendo! »
La serratura scattò e la porta si aprì. David, Kyle, Ben e Leyla erano legati alla parete con delle grosse corde. Claudia e Marc sciolsero subito tutti i nodi fatti dai dinosauri. Dovevano scappare il più in fretta possibile. I dinosauri potevano tornare da un minuto all'altro a controllare i prigionieri! Ben, Leyla e David scattarono in piedi appena liberi, ma Kyle rimase seduto sul pavimento. Era a dir poco terrorizzato; non riusciva a muoversi e tremava come una foglia. Se ne stava li, immobile, a piangere silenziosamente.
« Forza Kyle! » lo esortò Claudia posandogli una mano sulla spalla. « Dobbiamo andare via subito! Non possiamo stare qui, altrimenti i dinosauri tornano e ci prendono tutti! » Kyle non reagiva minimamente, allora Claudia lo afferrò e lo costrinse a mettersi in piedi.
Le voci dei dinosauri che prima si sentivano in lontananza, ora si stavano facendo sempre più vicine. Provenivano da sotto, da uno dei primi piani della base. David non attese un secondo di più: disse a Leyla di prendere il piccolo Marc e si avvicinò a Kyle e a Claudia.
« Muoviti Claudia, ci penso io a lui! » così dicendo, sollevò da terra Kyle e se lo sistemò meglio che poté tra le braccia. Kyle non fece alcuna obbiezione. Si lasciò prendere e non cercò minimamente di attaccarsi alla T-Shirt di David, per tenersi.
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:52
I ragazzi corsero verso la rampa e videro le teste dei bestioni preistorici salire verso di loro. Senza riflettere minimamente, cominciarono a correre verso il tetto della base. Arrivati in cima alla rampa, trovarono una grande porta metallica. La aprirono e la oltrepassarono, senza chiedersi cosa c'era dall'altra parte. Così, si ritrovarono in un'immensa stanza quadrata, con un grosso schermo al centro. Era spento. Attaccato ad una specie di piccola consolle, vicino all'entrata, c'era un bigliettino giallo, con scritto:
“Per aprire il portale dimensionale dovete risolvere alcuni indovinelli. Buona fortuna!”
Claudia si avvicinò per esaminare lo schermo. Sembrava un semplice e grosso televisore! Rimase imbambolata a guardarlo, e quasi non si accorse degli altri ragazzi, che l'avevano raggiunta.
« Il biglietto dice che dobbiamo risolvere degli indovinelli. Ma dove li troviamo? » chiese David, Kyle sempre stretto tra le braccia. Fortuna che il ragazzino era piuttosto piccolo e magro, per la sua età!
In quello stesso istante, come per risposta alla domanda del ragazzo, sullo schermo comparve una scritta:
“Qual’è quell’animale che non va mai a letto?”
« Eh? Ma esiste? » chiese Claudia al fratello. Lui scosse il capo.
« Probabilmente sì, se lo chiede! » disse Leyla, pensandoci.
« Lo so io! » gridò Marc, con un sorriso che gli andava da una parte all'altra della faccia « È il maialetto! » Come il bambino pronunciò quella parola, sullo schermo comparve un'altra scritta:
"Di sera vengono senza essere chiamate e al mattino scompaiono senza essere rubate. Cosa sono?"
« Le stelle! » urlò ancora Marc, senza lasciare tempo per rifletterci agli altri. Era giusto, perché sullo schermo apparve un altro indovinello. Claudia, Ben, Leyla e David erano a bocca aperta. Loro non riuscivano a risolvere degli indovinelli a cui un bambino di appena quattro anni sapeva dare una risposta?
"Quale animale salta più alto di un albero? "
« Tutti! » rispose prontamente Marc.
« Cosa?? » chiese Leyla. « Tutti?? Marc, ma cosa dici? »
« Si, tutti! … Gli alberi non saltano, quindi tutti gli animali saltano più in alto! » Marc stava ridendo come un matto. Per lui era troppo bello sapere qualcosa che gli altri, più grandi, non sapevano!
Non comparvero più scritte. Lo schermo divenne blu zaffiro con delle linee a spirale, come il guscio di una chiocciola, color blu notte.
I sei furono risucchiati dal vortice prodotto dal portale e si ritrovarono in un bosco che nessuno di loro conosceva. Era pieno di piante e l'aria era molto calda e umida.
Ben aprì subito il quadrante del suo orologio, per controllare la bussola ma, con grande sorpresa di tutti, quella si mise a girare a vuoto come se fossero circondati da un immenso campo magnetico. Come se non bastasse stava calando la notte e degli ululati spaventosi, completamente diversi da quelli dei lupi comuni si sentivano in lontananza. Dopo neanche due minuti, i ragazzi si videro arrivare davanti un branco di lupi. Erano strani per essere veri: avevano il pelo verde come le foglie degli alberi che li circondavano, e gli occhi giallo scuro illuminati dalla luce della luna li rendevano ancora più fuori dal normale. Sulla testa avevano delle corna come quelle delle capre e la coda sembrava quella di un topo. Mentre gli strani lupi ringhiavano i ragazzi indietreggiavano, ma dopo qualche istante si trovarono con le spalle al muro. Dietro di loro c'era un'alta parete rocciosa.
Senza preavviso, in cima alla parete comparve un'ombra dalla forma umana, che spiccò un salto e atterrò tra i ragazzi e gli strani lupi. Gli animali girarono subito i tacchi e se la diedero a gambe. L'ombra li rincorse per una decina di metri, poi si girò e si avvicinò ai ragazzi. La luce che filtrava tra i rami degli alberi le illuminò il viso: era una ragazza. I lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle e i suoi occhi azzurri brillavano alla luce della luna. Non poteva avere più di sedici anni.
« Da dove venite? » chiese, in tono leggermente aggressivo.
« Dove siamo? » chiese di ribattuta Leyla. La ragazza la guardò male; probabilmente non le piaceva molto che qualcuno le rispondesse con un'altra domanda, ma comunque rispose.
« Sulle terre di Re Matias. » Ben, David e Leyla la guardarono, perplessi. Claudia si guardò attorno, curiosa. Marc si sedette sull'erba umida e si mise a piagnucolare. Aveva sonno. Leyla lo aveva messo a terra appena si erano ritrovati li; per lei il piccolo era troppo pesante, non ce la faceva a tenerlo in braccio a lungo! Kyle continuava a non reagire. Non tentava nemmeno di liberarsi dalla presa di David, cosa che un qualsiasi ragazzino di undici anni avrebbe fatto. Sembrava una specie di bambola di pezza misura gigante.
Ben chiese alla ragazza come mai la bussola fosse impazzita ma lei non sapeva neanche cosa fosse, una bussola. A quel punto i ragazzi cominciarono ad agitarsi e nelle loro menti affiorarono domande come: "Riusciremo mai a tornare a casa?"
« Se vi preme di tornare a casa vostra, vi posso assicurare che ci riuscirete! »
I ragazzi si voltarono verso di lei e la guardarono, stralunati:
« Come hai fatto a capire quello che stavamo pensando? » chiese incredula Claudia.
« Si capisce dalle vostre facce! » rispose lei mentre si guardava attorno. Sembrava vagamente preoccupata.
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:52
Per qualche istante ci fu un silenzio di tomba. Claudia aveva estratto ancora una volta il suo libro, e lo stava sfogliando. Il fruscio delle pagine che giravano era l'unico suono udibile.
« Aha! » esclamò Claudia, sorridendo. Nello stesso istante, una dozzina di cavalieri con le armature splendenti comparvero su una collina. Si stavano avvicinando a loro a tutta velocità, cavalcando dei magnifici unicorni bianchi.
« Wow, arrivano i cavalieri! » disse Marc, sorridendo. Per lui era una cosa bellissima, ma gli altri sapevano che l'arrivo di quegli uomini significava guai!
I cavalieri si fermarono ad una decina di metri dai ragazzi, che erano troppo spaventati per muovere un passo in qualsiasi direzione. Uno dei cavalieri, probabilmente il capo, avanzò minaccioso verso di loro ed esclamò:
« Principessa Kirsti, vostro padre è in collera con voi per la mancata presenza all'annuncio del vostro fidanzamento. Siamo qui in sua vece per scortarvi al castello! »
« Capitano Vester, riferite pure a mio padre che non accetterò mai di sposarmi, se non per amore, e sicuramente non mi sposerò con quel mostro del figlio di Re Amund! » disse la ragazza « E se il re mio padre ha qualcosa da obbiettare a riguardo, può anche cercarmi da solo quando scappo, e non mandare voi, che avete sicuramente cose ben più importanti da fare. » continuò poi, con aria decisa a non piegarsi davanti a nessuno. Dopo di che suonò una dolce melodia con una piccola ocarina. Un branco di unicorni dorati, capeggiati da uno splendido esemplare di un bianco argentato, si diresse verso di loro. Kirsti saltò subito in groppa al capo branco e altri quattro unicorni si chinarono per far montare i ragazzi, dopo di che scapparono a folle velocità. I cavalieri li inseguirono per un bel pezzo, ma quando si resero conto di non riuscire a raggiungerli, si arresero e fecero dietrofront. Allora i ragazzi rallentarono e continuarono ad un'andatura più tranquilla. Marc dopo poco si addormentò, tra le braccia di Claudia.
« Ehi, ma tu sei veramente la principessa? » chiese Leyla a Kirsti. « Insomma, non hanno preso un granchio? »
« Non so cosa tu intenda con "prendere un granchio", comunque io sono veramente la principessa Kirsti, figlia di Re Matias. »
Claudia sbadigliò. Aveva molto sonno, ma dormire su un unicorno non era proprio facile, e poi doveva stare sveglia per evitare che Marc le scivolasse dalle braccia! Così si avvicinò a Kirsti e le chiese se potevano fermarsi da qualche parte a dormire.
« Va bene… seguitemi, vi porterò a casa del vecchio Lester. Lui ci ospiterà sicuramente… »
In meno di mezz'ora raggiunsero una piccola fattoria. Un uomo di almeno sessant'anni uscì dalla porta reggendo una lanterna. Indossava una lunga camicia da notte gialla e sembrava essersi appena svegliato. Ma come aveva fatto a sapere del loro arrivo?
« Venite, presto! Potete dormire nel fienile. Ma domattina dovete partire all'alba… se vi trovano qui sono rovinato! » Così dicendo, condusse i ragazzi ad un edificio di legno e li lasciò soli. Il fienile era molto buio e i ragazzi erano stanchissimi, tanto che si addormentarono appena si stesero sul fieno.
A Claudia sembrava di essersi appena assopita quando Kirsti la svegliò. Dalla porta del fienile filtrava una sottile striscia di luce arancione: era l'alba. Sbadigliando, Claudia si guardò attorno e vide che anche Ben e gli altri erano piuttosto assonnati. Nessuno di loro era abituato ad alzarsi così presto! L'unico fortunato era Marc. Siccome era ancora un bambino, Kirsti non l'aveva svegliato, e così ora lui dormiva pacificamente tra le braccia di Ben. Solo quando David entrò nel suo campo visivo, Claudia si accorse che teneva ancora in braccio Kyle. Claudia rimase qualche secondo a fissare la scena: cosa mai poteva aver spaventato tanto Kyle? Insomma, va bene che i dinosauri erano terrificanti, ma qui doveva esserci sotto anche qualcos'altro!
Mentre i ragazzi uscivano dal fienile, Claudia afferrò il braccio di Leyla e la costrinse a restare indietro assieme a lei. Appena furono sole le chiese:
« Cos'è successo quando vi hanno catturati i dinosauri? Com'è possibile che Kyle sia così spaventato mentre tu, Ben e David sembrate quelli di sempre? » Leyla sospirò e abbassò lo sguardo.
« Non so cosa sia successo agli altri. So solo che quando quei dinosauri si sono avvicinati a noi, ho cominciato ad avere delle specie di incubi. Vedevo cose orribili e sentivo gente urlare ovunque. È stata un’esperienza veramente orribile! … Probabilmente anche agli altri quei cosi hanno fatto lo stesso effetto, e Kyle non ha retto… probabilmente anche perché lui ha perso da poco i suoi genitori… So che non lo si direbbe, a vederlo, ma è così. Una notte, poco prima che voi arrivaste qui, l’ho trovato sveglio a guardare una foto che teneva in tasca: erano i suoi genitori, con lui di fianco e il suo fratellino tra le braccia. Stava piangendo, così gli ho chiesto perché, e lui mi ha spiegato che una sera, mentre erano in auto, hanno avuto un incidente. I suoi genitori sono morti sul colpo, mentre il suo fratellino ha resistito fino all’ospedale. L’unico ad essersi salvato é Kyle, che se l’è cavata solo con la frattura del braccio. »
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:53
Claudia rimase lì, la bocca semiaperta, gli occhi che si gonfiavano di lacrime. A vedere Kyle non si sarebbe mai detto che aveva vissuto una cosa simile…
« Dai, vedrai che si risolverà tutto..! » aggiunse Leyla vedendo l’espressione dell’amica. « Dagli un po’ di tempo, poi vedrai che Kyle tornerà quello di prima! » Poi prese la mano di Claudia e insieme uscirono dal fienile.
David e Ben erano seduti su delle rocce, poco distante dal recinto delle mucche. Marc si era già svegliato. Kyle era seduto per terra, appoggiato al recinto. Ancora non reagiva; teneva gli occhi fissi davanti a sé.
« Grande Saggio, » stava dicendo la principessa Kirsti al vecchio Lester, che quella mattina sembrava molto più sveglio che la sera precedente. « i ragazzi che viaggiano con me sono alla ricerca di una porta tra due dimensioni… voi sapete per caso dove si trovi questo passaggio? »
« Oh, ma certo mia cara principessa… Il passaggio che i vostri giovani amici cercano si trova nascosto nel castello di vostro padre! » Kirsti lo guardò, come chiedendosi se avesse bevuto.
« Cosa? Ma io lo conosco come le mie tasche, e non ci sono "posti segreti"! »
« Oh sì invece; chiedetelo ai due che infestano il castello: non vi siete mai chiesta come facciano a sparire senza lasciare tracce? »
La ragazza ci meditò un po' e poi ammise di non averci mai fatto caso. Allora l'uomo sorrise cordiale e mostrò loro una botola nel pavimento della sua veranda.
« Il passaggio che c'è qui sotto porta dritto al castello. Percorretelo fino in fondo senza mai girare né a sinistra né a destra! » I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Non vedevano l'ora di tornare a casa! Si infilarono subito dentro alla botola e cominciarono a camminare nell'oscurità. Dopo pochi metri, il passaggio cambiò. La nuda terra si trasformò in pareti di roccia viva, con torce e cunicoli laterali.
All'incirca dopo tre quarti d'ora di cammino, incontrarono due bambini. Avevano all'incirca l'età di Kyle e avevano un'aria molto furba. Si somigliavano molto: probabilmente erano gemelli. Come videro Kirsti, cercarono di scappare, ma Kirsti afferrò entrambi per le magliette.
« Dean, Sean, abbiamo bisogno del vostro aiuto! Questi ragazzi stanno cercando un passaggio che conduca ad un'altra dimensione. Il Grande Saggio ci ha detto che voi avreste saputo trovarlo… »
I due bambini si scambiarono uno sguardo d'intesa, ma non risposero. Solo dopo che Claudia offrì loro delle caramelle accettarono di accompagnarli al portale. Erano piccoli, ma sapevano il fatto loro. Infatti, dopo pochi metri pretesero altre caramelle!
Quasi alla fine del passaggio, i ragazzi si trovarono di fronte un uomo dall'aria poco rassicurante. Era alto e robusto con due occhi agghiaccianti. Sembrava preoccupato che qualcuno lo seguisse ma non c'era anima viva dietro di lui. Tra le mani stringeva un foglio di pergamena e una piuma d'aquila. Nel vedere la principessa e quella banda di ragazzi, si fermò e chiese:
« Cosa fate qui, principessa? E chi sono costoro? »
« Non sono affari vostri, Sir Nicholas. Comunque, voi cosa fate qui? »
Claudia era molto insospettita dalla mappa che reggeva l'uomo. La fissava con insistenza, e quando Sir Nicholas se ne accorse, si affrettò a nasconderla. Claudia fece però in tempo a scorgere la pianta di un edificio disegnata sulla pergamena.
« Niente principessa! » rispose immediatamente. La sua voce suonò piuttosto incerta. L'uomo passò il peso da una gamba all'altra, mentre parlava. Sembrava piuttosto agitato. « Vostro padre mi ha semplicemente chiesto di controllare i passaggi che partono dal castello e scoprire dove portano! »
Nella sua voce Claudia colse una vena di panico. Che stesse mentendo? I suoi sospetti aumentarono quando l'uomo si allontanò a gran velocità. Ad ogni modo non disse nulla alla principessa. Non voleva intromettersi in affari che non la riguardavano. E poi, comunque, anche Kirsti si doveva essere accorta degli strani atteggiamenti di Sir Nicholas, perché si soffermò a lungo a fissarlo mentre si allontanava.
I ragazzi proseguirono il loro cammino senza parlare. Claudia era sempre più convinta di star vivendo un'avventura come quella descritta nel libro di sua madre, ma se l'avesse detto ancora a Ben e agli altri, quelli si sarebbero di sicuro rimessi a ridere. E lei non voleva. In più, questa parte della storia lei non la conosceva. Era arrivata a leggere solo fino a dove i tre protagonisti trovavano lo schermo gigante nella base dei dinosauri!
Dopo poche decine di metri, i ragazzi si ritrovarono di fronte ad una porta di cemento armato.
« Da qui si esce fuori dal passaggio e si entra nei corridoi del castello. D'ora in poi, fino al portale, dovremo fare attenzione a non essere visti. » disse Sean fermandosi davanti alla porta.
« Sapete, » riprese Dean « se trovano noi o la principessa che ci aggiriamo per il castello, non è grave, ma se trovano voi, che non siete autorizzati a stare qui, e nemmeno sulle terre del re, le cose si mettono male! »
I ragazzi annuirono. Non sarebbe stato facile non farsi vedere, ma se volevano arrivare al portale dimensionale, dovevano riuscirci. Non avevano altre possibilità!
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:53
Lentamente, Sean e Dean si avvicinarono alla porta e l'aprirono. Non fecero in tempo a richiudersela alle spalle, dopo che tutti furono usciti dal passaggio, che un ragazzo si parò davanti a loro. Tra le mani stringeva una balestra. Era un ragazzo alto con lunghi capelli biondi raccolti dietro la nuca e portava un orecchino dal quale pendeva una specie di zanna.
« Rune, che ci fai con quella cosa dentro al castello? » chiesero Dean e Sean all'unisono.
« Controllo che non ci siano intrusi… e voi cosa fate qui? E chi sono quelli? »
La principessa Kirsti spiegò tutto l'accaduto al ragazzo, che la ascoltò senza interromperla. Alla fine esclamò:
« Bene, potete dormire da me questa notte! Kirsti, tu torna nelle tue stanze. Voi invece andate a casa con Dean e Sean; io devo trovare Spike! » e scomparve.
I ragazzi intanto percorsero il corridoio ed uscirono dal castello. Tra il palazzo e le mura di cinta c'era una capanna di legno. Non era molto grande, ma sembrava accogliente. Dal camino si alzava un filo di fumo.
« Scusate, chi era quel ragazzo? » chiese Claudia a Sean e Dean.
« È nostro fratello maggiore, il guardiano dei draghi e degli unicorni. Tiene lontani i topolupi dal castello e si occupa di noi quando papà non c'è. » disse Dean.
« Ha sempre avuto una passione per gli animali pericolosi: infatti il nostro cagnolino Spike è un drago! » continuò Sean aprendo la porta della capanna. I due ragazzini fecero accomodare Claudia e gli altri nel loro salotto. David adagiò Kyle sul divano e si sedette di fianco a lui. Ci sapeva fare con i bambini, pensò Claudia.
Dopo meno di un quarto d'ora arrivarono Rune e un uomo in armatura. Sembrava una di quelle che indossavano i cavalieri dai quali erano fuggiti assieme alla principessa Kirsti. Doveva essere il padre di Rune, Sean e Dean: aveva gli stessi capelli biondi e occhi turchesi brillanti.
L'uomo salutò gli ospiti e si ritirò in cucina. Rune lo raggiunse subito dopo essere passato da una stanza immersa nell'ombra.
« La mamma ultimamente non sta molto bene. » disse Sean a bassa voce. Solo Claudia parve cogliere il velo di tristezza con cui il ragazzino aveva pronunciato quella frase.
I ragazzi si erano appena messi a tavola quando un uomo spalancò la porta della capanna ed entrò.
« Signore… » disse ansante. « è richiesto il vostro intervento… alla torre ovest! »
Il padre dei tre ragazzi si alzò e uscì di corsa con l'uomo. Rune lo rincorse, lasciando la porta spalancata dietro di sé. I ragazzi guardarono fuori, curiosi, ma non riuscirono a sentire tutto quello che dicevano gli uomini. In lontananza si udiva il rumore di una battaglia. Doveva essere scoppiata da poco. Nonostante il frastuono delle spade, i ragazzi riuscirono a cogliere alcune parole della conversazione tra Rune e suo padre: " Torna a casa… non sono un bambino… non discutere! " poi udirono distintamente il rumore di uno schiaffo. Il padre dei ragazzi aveva colpito Rune.
Pochi secondi dopo, Rune ricomparve sulla soglia, infuriato, e chiuse la porta sbattendola con violenza. Si lasciò cadere sulla sedia e finì di mangiare, senza dire una parola. Si teneva la mano sulla guancia sinistra, dove il padre l'aveva colpito.
A notte tarda andarono tutti a dormire, ma non appena riuscirono a prender sonno vennero svegliati dal rumore della battaglia. Si alzarono tutti e guardarono fuori dalla finestra. I soldati di Re Matias indietreggiavano sempre più mentre gli invasori aumentavano di minuto in minuto. Rune non si soffermò più di tanto ad osservare la scena; si vestì di fretta e prese un oggetto argenteo da sopra un armadio. Era una spada luccicante ed affilata.
« Rune, papà ti ha proibito di usarla, lo sai! » esclamò Sean vedendo cosa aveva tra le mani il fratello.
« Senti Sean, ho diciassette anni, lo so come di usa una spada! E se papà non vuole capirlo, affari suoi! Ora però vestitevi. Dobbiamo andare! »
Uscirono tutti assieme dalla capanna e si diressero verso il castello, dove li attendeva Kirsti. Come li vide arrivare, corse loro incontro e abbracciò Rune. Stava piangendo.
« È colpa mia se quegli uomini stanno attaccando il castello! È Sir Nicholas che li guida! Avrei dovuto capirlo, oggi, quando l’abbiamo incontrato nel passaggio, che stava tramando qualcosa! » Rune la strinse forte a sé. « Calmati, Kirsti! » le disse. « Non è colpa tua! Anche se dicevi a tuo padre di aver incontrato Sir Nicholas nel passaggio segreto, non avresti cambiato la situazione. Avrebbero attaccato comunque il castello! Forza, piuttosto troviamo un modo per fermarli! »
Kirsti annuì e si asciugò il viso con la manica della camicetta di seta. Poi prese per mano Rune e lo trascinò verso la foresta.
« Dicono che qui dentro si trovi una forza in grado di fermare qualsiasi battaglia. » spiegò la principessa. « Ma nessuno sa cosa sia questo strano potere, e tutti ne hanno paura. »
Continuarono a correre, inoltrandosi sempre più nella foresta buia. Gli alberi si facevano sempre più fitti, man mano che avanzavano., e la luce diminuiva. Improvvisamente videro una luce, oltre gli alberi: i raggi di luna illuminavano completamente una vasta prateria. Proprio al centro di essa, stagliata contro la luce argentea, stava una grossa roccia.
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:54
« La roccia magica! » sussurrò Rune rallentando la corsa, ma continuando a dirigersi verso il centro della radura. Si fermò unicamente arrivato a pochi metri dalla roccia.
Incastonati nella pietra c’erano dei medaglioni d’argento con incise delle lettere.
« Secondo voi a cosa servono questi? » chiese Claudia ai compagni d’avventura.
« Essi racchiudono il potere… » disse Kirsti. La sua voce non era più la solita. Era velata, profonda e riecheggiante, come se lei si trovasse nei meandri di una caverna. « Grazie ad essi ed all’azione combinata dei prescelti, qualsiasi battaglia potrà essere fermata. Solo i prescelti potranno estrarre i medaglioni dalla roccia. Provate, se credete di essere voi! » Appena finì di parlare, Kirsti cadde all’indietro, sull’erba fresca. Rune le fu subito accanto e l’aiutò a rialzarsi. Non ricordava di aver detto alcunché.
Mentre tutti erano concentrati su Kirsti, Dean e Sean avvicinarono la mano destra ai medaglioni. Una luce abbagliante si sprigionò dalle incisioni – una S su quello di Sean e una D su quello di Dean – attirando l’attenzione degli altri ragazzi. Senza saperne il motivo, anche loro avvicinarono la mano destra ai medaglioni con le lettere corrispondenti alle loro iniziali. Vedendo che Kyle ancora non reagiva, David gli afferrò la mano e lo costrinse ad avvicinarla alla roccia. Quando da tutti i medaglioni si fu sprigionata la luce e i ragazzi ne erano completamente circondati, successe qualcosa impossibile da spiegare.
Quando la luce scomparve, i ragazzi rimasero a bocca aperta, nel vedersi a vicenda. Dalle loro schiene spuntavano magnifiche e candide ali da cigno, abbastanza robuste da sostenere il loro peso in volo. Avevano tutti i capelli biondi e gli occhi celesti, le orecchie allungate e a punta e una carnagione piuttosto abbronzata. I loro abiti erano come svaniti nel nulla, fatta eccezione per le mutande, che però erano diventate tutte bianche. Le ragazze indossavano tutte una gonnellina molto corta e svolazzante, bianca, con una doppia linea azzurra e gialla sul bordo inferiore e uno strano top bianco: praticamente un pezzo di stoffa che copriva il petto delle ragazze, legato unicamente da sottili nastrini di raso dietro al collo e in un punto, a metà schiena. I ragazzi invece indossavano unicamente dei corti pantaloncini bianchi bordati di blu. Le mani e i piedi di tutti loro erano avvolti in larghi nastri di raso azzurro. Il braccio di Kyle era guarito.
Avevano tutti il medaglione argentato al collo.
In quel momento, tutti loro sembrarono capire la vita. Sembrarono dimenticare le loro paure, i loro problemi, le loro preoccupazioni. Anche Kyle sembrò essere tornato normale, e Claudia sperò che restasse così anche dopo, quando e se sarebbero tornati normali.
Senza bisogno di parlare, si avviarono in volo verso il campo di battaglia, più simili a tanti angeli che a dei ragazzi. Appena raggiunsero i soldati, si disposero a cerchio attorno agli uomini sotto i loro e spalancarono le braccia, come per prendersi per mano. Nessuno di loro sapeva per quale motivo si stavano comportando così, ma non se ne preoccuparono troppo.
Senza alcun preavviso, dai medaglioni si sprigionò nuovamente una luce abbagliante, che avvolse tutto il campo di battaglia. Quando svanì, tutte le armi si erano trasformate in candide piume, e i soldati dimenticarono il motivo della battaglia. Sir Nicholas, il traditore, guidò i suoi uomini fuori dalle mura del palazzo e non si fece più rivedere. Re Matias organizzò un grande banchetto, talmente ricco di pietanze da tener occupati i sudditi per più di due giorni.
I ragazzi tornarono alle loro normali sembianze, ma conservarono i medaglioni. Kyle ricominciò a reagire, ridere e essere il ragazzino felice che Claudia aveva conosciuto, il braccio sinistro perfettamente guarito.
Durante il banchetto, Kirsti e Rune fecero una cosa che non avrebbero mai osato fare prima: si baciarono davanti a tutto il reame. Re Matias fu costretto a lasciare che sua figlia si fidanzasse con il figlio di un semplice soldato.
Il padre di Rune e dei gemelli decise di lasciare che il maggiore dei suoi figli usasse la spada. Aveva ormai superato la paura che potesse ripetersi un incidente come quello di alcuni anni prima, quando Rune rischiò di morire combattendo per gioco con un amico, con spade vere, e restando ferito.
Alla fine della terza serata di festeggiamenti, Claudia decise che era arrivato il momento di tornare a casa. Non aveva alcuna voglia di lasciare i suoi nuovi amici, ma sapeva che sua madre si sarebbe preoccupata moltissimo non vedendo più tornare lei e Ben.
« Sei proprio sicura di non voler restare, Claudia? » le chiese Kirsti. « Non sai se il passaggio ti porterà a casa o nella bocca di un vulcano! »
« Tranquilla! Questa volta credo proprio che torneremo a casa. Non so come mai… lo sento! » rispose Claudia sorridendo, gli occhi pieni di lacrime. Non le era mai piaciuto salutare gli amici! Sperando immensamente di rivederli tutti, un giorno, aprì la sa borsa e tirò fuori la pallina da baseball di Ben. Poi prese la penna, la firmò e la fece passare, di modo che tutti mettessero il proprio nome sulla pallina. Alla fine, la diede a Kyle, che non avendo nessuno da cui tornare, aveva deciso di restare lì, dove poteva vivere con i suoi amici e fare danni assieme ai gemelli.
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:54
In un attimo, Claudia, Ben, David, Leyla e Marc sparirono nel portale. Nello stesso istante in cui i ragazzi scomparvero, Kirsti si gettò al collo di Rune e scoppiò a piangere.
Claudia e Ben ricomparvero nel loro giardino. Proprio mentre si stavano mettendo a sedere, la madre guardò fuori dalla finestra e li chiamò. Era pronta la cena.
Claudia e Ben passarono il resto delle vacanze estive pensando ai loro amici, chiedendosi come procedevano le loro vite, se erano felici, se erano riusciti a tornare a casa… poi arrivò settembre e ricominciò la scuola.
Claudia si stava avviando tristemente verso la sua aula, quando qualcuno la chiamò. Era una voce che la ragazza aveva già sentito, tempo fa. Si voltò di scatto e si trovò davanti un favoloso ragazzo, alto, con i capelli castani e gli occhi molto scuri: era David! E dietro di lui c’era Leyla! Claudia sentì un sorriso allargarsi sul suo viso. Non era mai stata più felice in vita sua.
« Ragazzi! » esclamò, eccitata. « Cosa… cosa ci fate qui? »
« Nostro padre è stato trasferito in questa città per lavoro, e così noi abbiamo cambiato scuola! »
I tre passarono tutta la giornata assieme, ritrovandosi a tutte le pause nell’atrio, e la sera, dopo essere passati a prendere Marc all'asilo, andarono tutti al parco. Lì incontrarono anche Ben, che quel giorno aveva saltato la scuola per andare in skate con i suoi amici. Anche lui fu molto felice di rivedere David e Leyla… soprattutto Leyla. Per tutta l’estate, dopo che avevano vissuto quella strana avventura, Ben non aveva fatto altro che pensare a Leyla. A quanto disse David, anche sua sorella aveva parlato solo di Ben per tutto il tempo. Non si riusciva a farle cambiare argomento!
Mentre Ben e Leyla si allontanavano dai rispettivi fratelli per andare a prendere un gelato e Marc giocava assieme agli altri bambini, piccolo parco giochi, David e Claudia si sedettero sul prato, all’ombra di un grande albero.
« Tu dici che riusciranno a prendere un gelato o andranno ad imboscarsi prima di arrivarci? » chiese David, ridacchiando.
« Secondo me il gelato riescono a prenderlo, ma poi non lo mangeranno… le loro lingue saranno occupate in un’altra maniera..! » Entrambi scoppiarono a ridere.
Senza preavviso, una pallina da baseball rotolò di fianco a Claudia. La ragazza la guardò: era piuttosto consumata, e le dieci firme che vi erano state apposte erano ormai sbiadite. Claudia per poco non scoppiò a piangere, vedendola. Quella era la pallina che aveva regalato a Kyle! Anche David la riconobbe, e si guardò attorno, in cerca dell’amico. Non lo vide. Dopo pochi minuti, un bambino non più grande di Marc arrivò a prendere la pallina. Il bimbo aveva capelli neri e due grandi occhi turchesi. Afferrata la pallina, fissò Claudia e David, scoppiò a ridere e corse via. Dopo pochi metri si fermò e li guardò nuovamente, continuando a ridere. Sembrava quasi che volesse essere rincorso, e Claudia lo capì. Si alzò di scatto e, seguita da David, corse dietro al bambino. Era veloce, il piccolino! Claudia faceva quasi fatica a stargli dietro!
Finalmente, il bambino si fermò. A pochi passi da lui c’era un gruppo di ragazzi. I più piccoli potevano avere all’incirca l’età di Leyla.
Claudia restò a lungo a fissarli. Li squadrò da cima a fondo uno per uno, partendo dai due più piccoli. Erano sicuramente gemelli: avevano gli stessi identici occhi turchesi e capelli biondi. E poi, erano anche vestiti uguali! Vicino ai gemelli c’era una ragazzo poco più grande di loro due. Aveva capelli ed occhi chiari e sorrideva. Era molto carino. Poco oltre, c’erano due ragazzi più grandi di tutti loro, anche più di David. Si tenevano per mano. Lei aveva i capelli neri, lunghi, e gli occhi azzurri. Lui invece era biondo e aveva gli occhi turchesi, come i gemelli e il bambino. Aveva un orecchino dal quale pendeva una specie di zanna. Tutti loro avevano un medaglione argentato al collo. Solo vedendo il gioiello, Claudia capì. Quelli erano i loro amici! I gemelli, Dean e Sean, Kyle, Kirsti e Rune! E il bambino… doveva per forza essere il figlio di Kirsti e Rune. Assomigliava troppo ai due per non esserlo!
« Cosa… cosa… » cominciò a dire Claudia. Non riusciva a completare la frase. Era rimasta troppo sorpresa dall'improvvisa comparsa di tutti i suoi compagni d'avventura. E poi, erano così cresciuti! Le veniva da piangere dalla felicità.
« Cosa facciamo qui? » le chiese Kirsti, sorridendo. « Be'… il tempo nella nostra dimensione passa troppo rapidamente… se mai voi foste tornati, un giorno, al posto dei ragazzi che avevate conosciuto, avreste trovato dei vecchietti! Così, abbiamo deciso di trasferirci qui… e non fare altre domande! »
Claudia non aveva alcuna intenzione di fare domande. Le bastava sapere che avrebbe potuto vedere i suoi amici ogni santissimo giorno!
Quella sera, stesa a pancia in giù sul suo letto, Claudia cominciò a scrivere. Aveva intenzione di scrivere il seguito del libro di sua madre… la loro avventura! Non voleva scrivere per filo e per segno dei vari passaggi da una dimensione all'altra. Avrebbe narrato solo la parte di avventura vissuta nel regno di Re Matias. Avrebbe parlato del forte legame di amicizia che in un attimo si era formato tra lei e gli altri ragazzi, e l'avrebbe fatto raccontando una "storia fantastica" assolutamente irreale. Avrebbe cambiato tutti i nomi, cosicché nessuno pensasse ad un qualche legame con la realtà, anche se probabilmente nessuno crederebbe mai ad una storia simile!
Mentre la penna scorreva sui fogli, Claudia strinse nella mano il medaglione e sorrise. L'indomani l'aspettava una giornata favolosa, circondata dai suoi amici, e la sera aveva un appuntamento con Kyle!
°§°Nihal°§°
00lunedì 5 luglio 2004 21:55
Lo so... è una storia molto lunga... ma a me piace molto... [SM=g27818] sarà xk è stata una mia amica a scriverla?!? Bah...
Dragonessa
00lunedì 5 luglio 2004 22:12
La leggerò sicuramente[SM=g27811] ...
Dragonessa
00lunedì 5 luglio 2004 22:13
Ora vado che c'è la pappa...Tardi, ma c'è [SM=g27828] . Ciao!
°§°Nihal°§°
00martedì 6 luglio 2004 14:28
[SM=g27823]
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