PLAY-OFF: Semifinale Gara 5 : OL. FRIBOURG - LUGANO : 77 - 84 .

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!maro!
00giovedì 11 giugno 2009 16:08



<center>17h.30 in diretta su RFJ<BR /><BR />
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Dusan Mladjan (a sinistra) con Trésor Quidome
TI-PRESS/PUTZU


Una sfida da dentro o fuori.






Fattore campo decisivo? Carettoni: ‘Finora sì, ma è una tendenza da invertire’.

Il Lugano (2-2 nella serie) oggi a Friborgo si gioca l’intera stagione: in palio c’è la finale




di Mec.

Gara 5 della semifinale alla Sainte Croix di Friborgo, ore 17.30: stavolta una esce per forza, l’altra va a giocarsela col Vacallo. Nell’altalena dei risultati scaturiti nelle prime quattro incredibili gare, Olympic e Lugano sono sul 2 a 2. Ai punti, contassero qualcosa, sarebbe l’Olympic a vincere, ma nei playoff non contano i punteggi quanto chi vince. Dopo la scoppola di 38 punti erano in molti a dare il Lugano per morto. Dato che un’enormità di scarto non può essere “normale” in una semifinale fra squadre che si sono equivalse spesso in stagione, era stato altrettanto “normale” prevedere una possibile vittoria dei Tigers, anche per la difficoltà dell’Olympic di giocare all’Elvetico, un terreno tradizionalmente per nulla allegro in fatto di risultati. Né più né meno che per i bianconeri vincere a Friborgo ma, se vuole arrivare a giocarsi il titolo col Vacallo, Gray e compagni dovranno farcela almeno una volta, questa di oggi.

Che ne pensa Leyrolles di questa sfida all’ultima spiaggia? «In stagione ci siamo costruiti un secondo posto che ci dà questo piccolo vantaggio, la quinta in casa. Sul piano percentuali direi 51-49, un punticino insomma potrebbe bastare».

Un Lugano sorprendente in gara 4? «Diciamo che noi abbiamo giocato con scelte assurde e con errori pacchiani, sia nelle conclusioni sia in difesa. Non dovremo ripeterci se vogliamo vincere e sappiamo giocare meglio di così».

Ci sarà Esterkamp che abbiamo visto in panca nelle ultime due gare? «È difficile che ci sia e, anche ci fosse, pensiamo ai mesi che è lontano dalle competizioni. Inutile illuderci, meglio contare su quelli al 100 per 100. Ma in panca è un supporto per tutti, di squadra si vince anche così».

Fattore campo decisivo, alla fine? Lo chiediamo a Carettoni: «Finora è andata così, speriamo di invertire la tendenza. Vincere a Friborgo, con un clima di un pubblico ferocemente contro, con le pressioni che tutti sentiranno sulla pelle, non sarà facile: ci proveremo, sino alla fine».

Dopo gara 5 è aumentata la consapevolezza delle vostre forze? «Non ci è mai mancata: gara 3 è stata anomala, sia per certe assenze sia per i falli condizionanti alcuni giocatori. Cercheremo di evitare che loro scappino avanti e spero di giocarmela fino alla fine: ce lo meritiamo, poi... vedremo».

Sentiti i due coach, quali possono essere i fattori determinanti di una contesa, dove finora sono emerse mille sfaccettature diverse di uno stesso oggetto? In gara 1 il Lugano ha pagato le bizze di spogliatoio. In gara 2 è stato un insieme di fuochi d’artificio, con due compagini a percentuali da sballo e punteggi oltre i 100 e l’impatto Abukar sul match. In gara 3 la scoppola senza carattere e in gara 4 il successo della difesa dei bianconeri e il nervosismo burgundo.

Quali di questi fattori definiranno il successo finale? Nessuno, forse. Le armi dell’Olympic sono la fisicità del suo gioco, la capacità di esprimere forza in ogni angolo del campo e il fattore campo, dai tabelloni al parquet, dal pubblico alla pressione sugli attori in campo. Il Lugano ha dalla sua giocatori di grande impatto offensivo, capaci di sbagliare pochissimo e sei giocatori che possono andare in doppia cifra. L’Olympic ha più cambi: Buscaglia, forse Esterkamp, Wegmann e Petkovic sono giocatori in grado di dare ottimi contributi, anche se un po’ ondivaghi. Il Lugano ha solo Cresnar e Pantic abili, mentre Verginella, Otten, Lo Leggio e Magnani sono acciaccati. Si può vincere una gara in sei, difficile vincere una serie. È anche vero che siamo all’ultima gara, ma il peso psicofisico potrebbe farsi sentire.

Certo è che il Lugano ha pescato il jolly con Abukar, un giocatore di grandi qualità in ogni angolo del campo. Poi c’è la sorpresa crescente di Cresnar, capace d’intimidire tutti con le sue stoppate e quindi utilissimo nell’area dei tre secondi. Il Lugano dovrà evitare di lasciare una marea di rimbalzi d’attacco ai burgundi, l’Olympic non potrà distrarsi sul perimetro.

Sarà come una partita a scacchi, oppure no. Difficile persino immaginare lo scarto, dopo tutti i bislacchi risultati delle precedenti sfide, ma è possibile che sia esiguo.

Il mio pronostico è forse inverso a quello di Leyrolles, ma con le stesse percentuali perché, l’Olympic avrà più pressione addosso, è l’Olympic che non deve perdere in casa propria e non sempre la testa è fredda. Tutto quanto scritto sopra potrà poi essere smentito da mille altre situazioni, da un dettaglio o da tre banalità, una palla persa, un rimbalzo offensivo.

Magari il tutto potrebbe anche essere aria fritta, ma certamente sarà la conclusione di una bella serie di semifinale, con tutti gli ingredienti che fanno la bellezza e l’imprevedibilità dei playoff. E le sorprese ci scappano sempre. Chissà?

Al termine di una stagione esaltante la compagine luganese del Denti della Vecchia si gioca sul parquet della Wisacher di Regensdorf la promozione in LNB maschile. La formazione di Dean Dusic affronta gli zurighesi forte della vittoria 88-74 ottenuta nella gara di andata al Palamondo. Ai luganesi basterà ora salvaguardare i sei punti di margine per guadagnarsi l’ascesa in LNB , traguardo mai raggiunto sinora.

OFinale femminile per il titolo: Uni Neuchâtel-Sierre 72-75. Situazione: 1-2. I DDV a un passo dalla B



© © LaRegioneTicino






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ANCORA DECISIVO ?
Mohammed Abukar (a destra), contrasto da Oliver Vogt, sarà ancora protagonista quest’oggi?
(fotogonnella)




Lugano Tigers a 40’ dalla finale.






Ai bianconeri serve un exploit oggi alla Sainte-Croix di Friburgo

Per staccare il biglietto per l’atto conclusivo Mladjan e compagni sono obbligati a sovvertire il fattore campo



di Andrea Stephani

Il Lugano, che questo pomeriggio (inizio alle ore 17.30) è di scena a Friburgo contro l’Olympic nella decisiva gara-5, è ad un passo da un importante traguardo: la qualificazione alla finale dei playoff. Un atto conclusivo che per il Ticino della palla a spicchi avrebbe un sapore davvero particolare poiché sarebbe sinonimo di derby tra gialloverdi e bianconeri per l’assegnazione del titolo di campione svizzero. Quale scenario migliore per vivere due settimane e più di vera passione cestistica? Ma torniamo con i piedi per terra. Per concretizzare l’ipotesi-derby la squadra di Renato Carettoni dovrà superarsi e mettere a segno un vero e proprio exploit, ovvero sovvertire il fattore campo, sino ad ora determinante in questa serie, ed espugnare la SainteCroix di Friburgo, nella quale l’Olympic è imbattuto da più di un anno (più precisamente da gara-1 delle semifinali della passata stagione quando fu il Vacallo ad andare ad imporsi per 83-75). Probabilmente senza Marko Verginella (che ha deciso di non farsi sottoporre ad infiltrazioni) ma con Matthew Otten ritornato al 100% dopo il problema al menisco, i Tigers tenteranno di ripetere la buona prova difensiva di mercoledì sera, migliorando però sotto canestro, frangente in cui i ticinesi hanno concesso troppo (ben 17 rimbalzi offensivi) ai biancoverdi che in gara-4 spesso non sono riusciti ad approfittare della situazione. La buona difesa della squadra di casa è comprovata anche dal fatto che i campioni svizzeri in carica hanno totalizzato solo 9 assist (contro i 13 dei bianconeri). Statistiche alla mano, dunque, la differenza tra Lugano e Olympic nell’ultima partita l’ha fatta soprattutto la percentuale dei tiri da 2: Abukar (11/11 per l’americano) e compagni sono riusciti a mettere a segno un ottimo 29/42 (69%), contro il 23/50 (46%) dei burgundi che hanno tirato leggermente di più ma con percentuali peggiori (statistica quasi identica da tre – 5/19 per Friburgo e 5/18 per il Lugano – e vantaggio Tigers nei tiri liberi: 14/17 contro 11/16).

Gara-5, però, è per definizione una partita che sfugge a qualsiasi logica: lasciamoci, quindi, sorprendere e incrociamo le dita sperando in un’eventuale finale tutta ticinese.


© Corriere del Ticino






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