16.04.2010.
‘Per chi non sta in campo come deve,
c’è sempre la panchina...’
TI-PRESS/D.AGOSTA
Semifinali, il Monthey a Lugano.
Nell’altra sfida della LNA maschile l’Olympic Friborgo se la vedrà con i Lions di Ginevra.
La squadra di Joe Whelton ritrova l’avversario che ha difficilmente battuto nella finale di Coppa
di Dario Mec Bernasconi.
Siamo a per lo meno sei partite dalla fine, potrebbero essere 10. Oggi ci saranno Lugano contro Monthey e Olympic contro Ginevra: le prime quattro della classe che, nei quarti, hanno fatto valere il fattore campo. Sarà così anche in semifinale? Crediamo di sì, dato che non sarà facile, per vallesani e ginevrini, vincere tre gare contro ticinesi e burgundi.
Il Monthey, uscito vittorioso sul Vacallo, ha molta fiducia, ha un’inerzia positiva e crede nel colpaccio. Sabato scorso Petit, il coach, affermava che oggi sarà tutta un’altra gara, viste le caratteristiche diverse delle contendenti, ma è anche convinto che la finale di Coppa, pur persa, ha dato importanti indicazioni e, dovesse ripetersi la situazione, certi errori non li farebbero più.
Anche il Lugano ha certamente fatto tesoro di quella gara vinta all’ultimo tiro, e l’analisi di Joe Whelton parte proprio da lì: «In Coppa abbiamo giocato molto male in attacco, non abbiamo avuto pazienza e abbiamo sprecato male molte occasioni. Oggi i miei ragazzi dovranno stare in campo in un altro modo, altrimenti si siederanno in panchina».
Con il recupero di Draughan, ritornano anche certi equilibri. «La gente spesso non capisce che ci sono giocatori che forzatamente hanno dovuto giocare come play, e parlo di Efevberha e Mladjan. Loro non nascono play, sono stati bravi a interpretare il ruolo per necessità, ma è logico che abbiano avuto dei passaggi a vuoto. Con il rientro di Draughan gli equilibri e i ruoli sono ristabiliti e sono certo che ognuno darà il suo contributo».
Rimbalzi difensivi e palle perse elementi importanti.
«Certamente. Non dobbiamo lasciare secondi tiri al Monthey, come abbiamo fatto più volte nelle ultime gare: loro sanno essere molto presenti ai rimbalzi e beneficiano poi di molti falli. La nostra difesa dovrà essere fisicamente molto forte, lo possiamo fare. E, logicamente, in attacco dobbiamo evitare di perdere stupidamente la palla, che frutta sempre contropiedi e punti. Due aspetti fondamentali per vincere».
Anche in attacco, considerato che i vallesani hanno una panchina meno qualitativa, sarà importante farli lavorare e, se del caso, caricarli di falli.
«Anche questo è un aspetto che abbiamo analizzato. Ho detto ai miei che voglio una veloce circolazione della palla e una buona scelta di tiro, cose per esempio male eseguite in Coppa. Abbiamo un grande potenziale che però deve esprimersi al meglio con il collettivo: se tiriamo dopo un passaggio ci facciamo spesso del male».
Fisicamente non avete punti scoperti e tantomeno tecnicamente: il Monthey ci sembra una coperta un po’ più corta.
«Può essere, ma non dobbiamo dimenticare che oggi si gioca una semifinale dei playoff e quindi molte possono essere le sfumature di una gara. Bisogna entrare in partita sin dalla prima palla a due e non mollare per 40 minuti. Non possiamo certamente iniziare con sufficienza e poi sprecare energie per recuperare. Ho spiegato, e credo abbiano raccolto il messaggio, che dobbiamo giocare con testa e grinta ma, soprattutto, come squadra. È in questo modo che abbiamo vinto le gare più importanti».
Il Lugano ha quindi tutte le armi per poter vincere la sua quarta partita consecutiva e cominciare a far dubitare il Monthey. In queste gare dei playoff abbiamo visto un certo metro arbitrale, un po’ condizionato dagli score e da qualche passaggio a vuoto. Nelle semifinali fischiano, giustamente e ci mancherebbe, i migliori. Molto dipenderà se adotteranno un metro stretto, con quel “tolleranza zero” per reclamazioni e gioco sporco da applicare con regolarità e, nel contempo, accetteranno un gioco più fisico rispetto alla stagione regolare. Sarà bene che si facciano capire subito per poi continuare con lo stesso metro per tutta la gara. Sarebbe un segnale importante e permetterebbe ai giocatori di conoscere i limiti. Una cosa di non poco conto, a questo livello di competizione.
L’ultimo augurio è che l’Elvetico strabocchi di tifo: non mancheranno certamente un centinaio di vallesani che si sono già prenotati. Ai tifosi bianconeri il compito di fare da sesto uomo e spingere Abukar e compagni alla vittoria.
Sulla sfida di Friborgo, anche se i pronostici dicono tutti Olympic, il Ginevra potrebbe anche vincere. Non sarà certamente facile, ma il fatto che la squadra ginevrina sia spesso ondivaga, capace davvero di alti e bassi notevoli, una sua vittoria non farebbe gridare al miracolo.
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