[Pol-Int] Napolitano sulla Tunisia

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Pius Augustus
00lunedì 17 gennaio 2011 14:48
TUNISI -"Ciò che è accaduto e sta accadendo in Tunisia ed in Algeria ci deve rendere avvertiti della necessità che l'Europa dia risposte concrete e convincenti alle attese della popolazione e dei paesi della sponda sud del Mediterraneo, attese di sviluppo congiunto con l'Europa per il prossimo futuro", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo ad una domanda al termine dell'incontro con il presidente sloveno Danilo Turk, in visita di Stato in Italia. Napolitano ha aggiunto che nel colloquio, al quale ha partecipato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è parlato anche della crisi tunisina.

VOCI ARRESTI IN MASSA UOMINI GUARDIA PRESIDENZIALE - Secondo voci circolanti a Tunisi anche negli ambienti giornalistici locali, l'esercito avrebbe già arrestato 1.700 appartenenti alla odiata guardia presidenziale dell'ex leader Ben Ali. La Guardia, ma non si hanno mai avute precise notizie, sarebbe stata formata da 7.000 unità, dipendenti direttamente dalla presidenza della Repubblica e molto ben pagate

UE PRONTA A SOSTENERE PROCESSO ELETTORALE - L'Unione europea è pronta ad offrire tutto l'aiuto necessario per organizzare il processo elettorale in Tunisia. Lo ha detto la portavoce del capo della diplomazia della Ue Catherine Ashton. "La Ue è pronta a provvedere assistenza immediata per organizzare il processo elettorale", ha detto Maja Kocijancic. La portavoce della Ashton, ha reso omaggio alle aspirazioni di democrazia stabile, libertà e diritti del popolo tunisino e lanciato ancora un appello alle autorità perché diano prova di moderazione e abbandonino ogni violenza. "La Tunisia ha dimostrato di volere una democrazia stabile, basata sui diritti e la libertà e la Ue è pronta a sostenere la Tunisia per raggiungere questo obiettivo", ha detto la portavoce. L'Unione europea auspica che un governo di transizioni si formi "senza alcun ritardo" e sta pronta a provvedere "assistenza immediata" per lo svolgimento di "elezioni libere". Il sostegno della Ue alla Tunisia, è stato sottolineato, va oltre l'aiuto allo svolgimento del processo elettorale. "Si sta lavorando ad un ampio pacchetto di misure", ha annunciato la Kocijancic. Tra queste, c'é anche l'opzione di un rafforzamento delle relazioni bilaterali in campo commerciale e politico. Tra Ue e Tunisia esiste dal 1995 un accordo di associazione, ma lo scorso anno sono cominciati negoziati per arrivare al cosiddetto 'status avanzato' che prevede un rafforzamento delle relazioni. Durante i giorni degli scontri in piazza e delle violenze contro i manifestanti pacifici, la Ue non aveva escluso uno stop di questi negoziati. Di fronte alla nuova situazione, l'Unione europea - che riafferma ogni condanna delle violenze e ribadisce la propria solidarietà ai manifestanti - conferma che l'opzione dello status avanzato resta attuale. Il punto sulla situazione in Tunisia e le relazioni bilaterali sarà fatto dai 27 al consiglio esteri della Ue il 31 gennaio prossimo.

LE MONDE, BEN ALI FUGGITO CON 1,5 TONNELLATE D'ORO - Il presidente tunisino Ben Ali e la moglie avrebbero lasciato la Tunisia in rivolta portando via una tonnellata e mezza di oro. Lo scrive oggi il francese Le Monde nella sua edizione online, aggiungendo che, stando ai servizi segreti francesi, Ben Ali è stato destituito direttamente dall'esercito tunisino e non si aspettava una caduta così brutale.

ATTACCATA DA ESERCITO CASERMA GUARDIA PRESIDENZIALE - Unità dell'esercito hanno attaccato, la scorsa notte, la caserma della Guardia presidenziale a Gammarth, nella periferia nord di Tunisi. Secondo quanto riferito all'Ansa da abitanti del luogo, dopo un scambio nutrito di colpi di armi da fuoco, i militari si sarebbero ritirati. Sempre a Tunisi, nella zona della Manouba è stato dato alle fiamme, nella tarda serata di ieri, uno stabilimento per la produzione di generi alimentari, con depositi di grano. Lo riferiscono fonti locali.

OPPOSITORE IN ESILIO SI CANDIDA A PRESIDENZIALI - L'oppositore storico tunisino in esilio, Moncef Marzouki, ha annunciato oggi da Parigi la sua candidatura alle elezioni presidenziali previste nel giro dei prossimi due mesi in seguito alla caduta del presidente Zine al Abidine Ben Ali. Marzouki è leader del Congresso per la Repubblica, partito della sinistra laica messo fuori legge sotto il regime.

A CARTAGINE CALMA DOPO NOTTE SPARATORIE
dell'inviata Luciana Borsatti
I racconti dei testimoni sembrano ridimensionare la portata di quanto accaduto nella notte a Cartagine, la sede del palazzo dell'ex presidente Ben Ali. Si è sparato per tutta la notte, confermano gli abitanti del posto, ma gli spari che sono risuonati per tutta la durata del coprifuoco erano quelli dell'esercito contro gli uomini armati a bordo delle diverse vetture che circolavano nella zona. A raccontarlo gli uomini che, armati di soli bastoni, stanno facendo in questi giorni un servizio di sicurezza civile per difendere le case della popolazione dagli attacchi e dalle razzie di bande armate e molta criminalità che sta approfittando della situazione di caos. Si vedono vetture danneggiate di fronte alla caserma per l'addestramento per le forze di sicurezza del presidente Ben Ali, e segni delle violenze avvenute. Davanti al palazzo sono schierati vari blindati dell'esercito, e l'esercito nega che sia accaduto nulla lì di fronte. Per terra soltanto frammenti di vetro. Se dunque appaiono sovradimensionate le notizie rincorsesi ieri sulla battaglia di Cartagine tra forze dell'esercito e quelli che tutti ritengono essere i miliziani della vecchia guardia di Ben Ali, certo è che la situazione è tuttora lontana dalla normalità. "Le sparatorie sono continuate almeno fino alle cinque di mattina", racconta uno degli uomini della "Guardia civile", che dirige il traffico civile davanti alla caserma per l'addestramento delle milizie, con un semplice bastone in mano, i suoi compagni controllano i vani del bagagliaio delle vetture che passano, così come fanno i soldati in tutta l'area circostante. Lungo la strada da Tunisi a Cartagine, si è visto il rogo di un Hummer che, hanno riferito i testimoni sul posto, apparteneva a Saif Trabelsi, un fratello della moglie di Ben Ali. In un piccolo centro abitato poco più avanti una lunga fila di uomini era in attesa di comprare il pane.
DarkWalker
00lunedì 17 gennaio 2011 23:38
beh sarebbe un colpaccio portare la tunisia in una zona amica dell'europa
Vota DC
00sabato 22 gennaio 2011 16:37



Ora avete capito il VERO motivo della rivolta? E c'è persino gente che non crede che sia una rivolta pilotata!
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